Il video Ingroia, con cui il magistrato ha dato la smentita della notizia del suo litigio in aereo da ubriaco, è diventato virale sui social network. Ne stanno parlando tutti. Non per il contenuto – come dovrebbe essere -, ma per la forma. In quattro minuti, infatti, Antonio Ingroia è riuscito a mettere insieme una serie di elementi che stanno creando ampio dibattito sui social network.
Il magistrato, infatti, smentisce la ricostruzione fatta dalla stampa italiana («cacciato dall’aereo perché ubriaco») direttamente dall’America Latina, dove si trova «per motivi di lavoro». Dice di essere stato trattato, nel suo piccolo, come Julian Assange, vittima della cattiva informazione. Un paragone che, in realtà, non è proprio calzante, dal momento che Assange è stato arrestato.
Ma è la realizzazione del video che fa discutere. Ad esempio, Luca Bizzarri riassume le motivazioni in base alle quali quello di Antonio Ingroia può essere a buon diritto candidato a video dell’anno:
L’aria in testa.
Io come Assange.
La moglie che annuisce.
Non gli piace il cibo dell’aereo.
In Francia sono tesi.
La mia amica e la borsa.
Il problema dell’informazione.
Forse questo è il video dell’anno.
“Non hanno un amico- ep. Il magistrato scomodo”https://t.co/eQikmC0t0W— Luca Bizzarri (@LucaBizzarri) 23 aprile 2019
La ripresa risulta essere contraria a qualsiasi regola video: troppo spazio tra i protagonisti in primo piano e il bordo superiore dell’inquadratura. Quello che, in gergo tecnico, viene chiamata appunto ‘aria in testa’. Poi, allo stesso modo, viene sottolineato l’abbigliamento di Ingroia (ben poco ‘da lavoro’, molto più ‘da vacanza’), il fatto che la moglie annuisca a ogni espressione pronunciata dal magistrato prestato alla politica, il fatto di unire argomenti futili a questioni più serie come la libertà di informazione o la diffusione delle fake news. In rete, il video è stato visto da oltre 12mila persone a 13 ore dalla sua pubblicazione ed è diventato uno degli argomenti di dibattito preferiti sui social network.