USA: sanzioni contro ufficiali cinesi per la persecuzione gli uiguri

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Gli Stati Uniti hanno preso il primo provvedimento concreto per fermare i “tremendi” abusi  contro gli uiguri a altre comunità musulmane in Cina.

Gli Stati Uniti hanno preso il primo provvedimento concreto per fermare i “tremendi” abusi contro gli uiguri a altre minoranze musulmane in Cina, imponendo pesanti sanzioni contro diversi alti funzionari.



Sono tre i funzionari cinesi a cui sarà rifiutato il visto statunitense e i cui eventuali beni nel Paese saranno congelati. Tra loro c’è Chen Quanguo, il leader del partito comunista cinese nella regione dello Xinjiang e principale responsabile delle politiche repressive contro le minoranze locali. 

Il segretario di stato Mike Pompeo  ha detto che gli Stati Uniti hanno agito contro «gli abusi sistematici e orribili» continuamente perpetrati dal governo centrale, tra cui detenzione di massa, forzato controllo della popolazione e lavori forzati. 



«Gli Stati Uniti non osserveranno passivi l’operato del partito comunista cinese e la violazione dei diritti umani degli uiguri, kazaki e altre minoranze nella regione dello Xinjiang», ha detto Pompeo in un comunicato stampa. 

Il dipartimento del tesoro, inoltre, ha reso illegale nel territorio statunitense, condurre qualsiasi tipo di transazione finanziaria con i tre ufficiali colpiti dalle sanzioni e una terza persona, un ex ufficiale di sicurezza cinese. 



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Le prime sanzioni contro la detenzione delgi uiguri

Secondo testimonianze dirette e le indagini dei principali gruppi per i diritti umani internazionali, il governo cinese ha rinchiuso più di un milione di uiguri e altre minoranze di religione islamica in dei giganteschi campi di concentramento. Inoltre, il governo locale sta usando, da anni, potenti armi propagandistiche per assimilare e consolidare l’omogeneità culturale ed etnica del Paese in un unico blocco fedele al partito. 

Durante una video conferenza stampa del 9 luglio Pompeo  ha aggiunto che «la situazione è la piaga del secolo», precedentemente paragonandola all’Olocausto. 

Il governo cinese ha continuamente smentito le accuse, dicendo che si tratta di programmi educativi e vocazionali per combattere la minaccia del fondamentalismo islamico. 

Le sanzioni degli Stati Uniti, d’altro canto, arrivano nel contesto dell’aumento rapido delle tensioni con la superpotenza asiatica su questioni che variano dalla guerra commerciale alla gestione della pandemia.

L’associazione Uyghur Human Rights Project ha applaudito le sanzioni e ha invitato altre Paesi a seguire l’esempio degli Stati Uniti.

«Finalmente ecco delle conseguenza concrete», ha detto il direttore esecutivo del gruppo Omer Kanat.

(Immagin di copertina: Wikimedia Commons)