La conferma è arrivata verso sera di venerdì 5 ottobre, anche se il respingemento della nota di aggiornamento del Def promossa dal governo Conte aleggiava già da tempo.
Sono bastate due pagine per bocciare in toto la manovra. Così la Commissione, con un testo conciso e molto pratico, ha lasciato ai commissari Dombrovskis e Moscovici l’onere e l’onore di mettere l’Italia di fronte alle proprie responsabilità.
Promesse di crescita azzardate, un deficit troppo elevato. Questi sono i due punti su cui Bruxelles ha insistito e, allo stesso tempo, non ha voluto tornare indietro.
“Il Def a prima vista sembra costituire una deviazione significativa dal percorso di bilancio indicato dal Consiglio Ue il che è motivo di seria preoccupazione“, hanno scritto il vicepresidente dell’Unione e il titolare degli Affari economici.
Oltre a queste parole, Bruxelles ha lanciato un messaggio chiaro: “Chiediamo alle autorità italiane di assicurare che la manovra sia in linea con le regole fiscali comuni“. Cosa intenda fare l’Ue lo spiega Repubblica:
Insomma, un ultimatum a cambiare politica economica per il 2019 entro il 15 ottobre, giorno in cui la Legge di bilancio dovrà essere notificata a Bruxelles. Se così non sarà, il messaggio implicito, la Commissione boccerà la manovra e aprirà una procedura su debito e deficit. Ai primi di settembre la Ue aveva concesso all’Italia uno sconto sul risanamento, facendo sapere che si sarebbe accontentata di un deficit pari all’1,6% del Pil, comunque 9 miliardi in meno di correzione del deficit strutturale da spendere nella finanziaria. Il governo però ha deciso di portare l’indebitamento al 2,4% nel 2019, violando palesemente le regole della moneta unica studiate per tenere a bada il debito pubblico dei partner della zona euro. L’Italia è il terzo paese più indebitato del mondo, il secondo d’Europa dopo la Grecia, con un livello intorno al 132% del Prodotto interno lordo.
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