Il messaggio del papà di uno dei due poliziotti uccisi: «Ora sei il nostro angelo custode»

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Poche parole ma significative postate dal padre di Matteo Demenego sui social

La comunità di Trieste è ancora scossa per quanto accaduto nel pomeriggio di venerdì all’interno della Questura. Quelle due pistole sottratte ai due agenti di polizia, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, poi barbaramente uccisi da un ragazzo (quasi loro coetaneo) che stava provando a sottrarsi al fermo dopo il furto di una moto. Ventitré i colpi di pistola scaricati da Alejandro Augusto Stephan Meran nei confronti dei due poliziotti uccisi e dei loro colleghi, nel folle tentativo di fuggire dal suo arresto.



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Su questo caso di cronaca, come spesso accade, si sono scatenate tantissime polemiche che, al di là della fredda razionalità o del caldo istinto, poco hanno a che vedere con il dolore di chi in quel pomeriggio di venerdì ha perso un proprio caro, uscito di casa solo per lavorare. Una sofferenza che viene sintetizzata in poche parole da Fabio, padre di Matteo Demenego, il poliziotto originario di Velletri (in provincia di Roma).



Trieste, il ricordo del padre di Matteo Demenego

«Ciao mio eroe. Ora sei il nostro angelo custode». Poche parole che gridano una sofferenza per quanto accaduto venerdì pomeriggio, intorno alle 16.45, all’interno della Questura di Trieste. Un qualcosa di inspiegabile e ingiustificabile che, comunque, non potrà mai colmare quel vuoto che Pierluigi Rotta e Matteo Demenego hanno lasciato nel cuore dei loro cari, amici e familiari.



Le scuse della madre di Meran

La madre del giovane domenicano è devastata dal dolore per il gesto di suo figlio all’interno della Questura di Trieste e, con gli occhi e il cuore pieno di lacrime, si rivolge ai familiari delle due vittime. «Mi dispiace tanto, non so come chiedere perdono a queste famiglie. Prego Dio che dia loro pace e che un giorno possano perdonare. Mi dispiace per quello che ha fatto mio figlio. Cosa si può dire ad un padre che perde un figlio o a un figlio che perde il padre? Non c’e’nulla che si possa dire per confortare un dolore così».

(foto di copertina: Ufficio Stampa Polizia di Stato / ANSA)