L’eleganza del Trap che risponde a Byron Moreno che gli ha dato del codardo

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A 17 anni di distanza, continuano le scaramucce su Corea del Sud-Italia del mondiale 2002

C’è modo e modo di tornare su una vicenda (sportivamente) dolorosa. Il primo è quello dell’aggressività a tutti i costi, dimostrata da Byron Moreno, l’arbitro della disastrosa direzione di Corea del Sud-Italia ai mondiali del 2002. Il secondo è quello della classe sfoggiata da Giovanni Trapattoni nella sua recente veste da influencer sui social network.



Trapattoni risponde a Moreno che lo aveva definito codardo

L’arbitro dell’Ecuador, infatti, aveva rilasciato una lunga intervista a Futbol Sin Cassette in cui aveva offeso l’allenatore italiano definendolo codardo. Nello specifico, aveva detto: «Trapattoni è stato un codardo: espulso Totti, ha messo Tommasi, l’unico capace di attaccare era Del Piero. È stato un codardo come sempre».

Oggi, Giovanni Trapattoni ha replicato dai suoi profili social: «Essere chiamato codardo da Moreno mi mancava! Che dire? Io lo reputo invece molto coraggioso (o folle) per essere tornato a difendere quell’arbitraggio. Caro Byron, la prigione e gli anni non sembrano averti trasmesso un minimo di umiltà».



I riferimenti alle vicende legali di Moreno nel tweet di Trapattoni

Moreno ha anche affermato di aver commesso degli errori piuttosto grossolani nel corso di Corea del Sud-Italia, ma che – ad esempio – non andava fischiato il rigore su Francesco Totti. Secondo il direttore di gara, invece, i suoi errori sono stati determinati da una scarsa collaborazione con gli assistenti guardalinee.

Giovanni Trapattoni ha detto che Moreno è stato molto coraggioso (o folle) a difendere quell’arbitraggio e poi ha fatto un riferimento alle vicende legali che hanno riguardato Byron Moreno. L’arbitro, infatti, nel 2010 era stato arrestato per spaccio di droga, vicenda che aveva provocato delle ironie da parte dello stesso Trapattoni e da parte di diversi calciatori dell’Italia del 2002. Probabilmente, Moreno non ha ancora digerito le critiche rivolte all’interno dei nostri confini.