Theresa May non si dimette nemmeno stavolta, ma continua a perdere pezzi

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L'accordo sulla Brexit presentato dalla premier rifiutato anche stavolta, a dimettersi è Andrea Leadson

Theresa May l’ha spuntata ancora una volta, ma potrebbe essere davvero l’ultima. La premier britannica resiste alla vigilia delle elezioni europee previste per domani nel Regno Unito, nonostante l’ennesimo rifiuto dell’accordo su Brexit, ma dovrà affrontare i laburisti, e non solo, venerdì.



Theresa May non si dimette nemmeno stavolta, ma continua a perdere pezzi

A dimettersi è invece stata Andrea Leadson, con una lettera in cui sottolinea di essere consapevole delle elezioni europee di domani ma di non poter più sostenere la legge sulla Brexit che Theresa May ha presentato oggi – beccandosi l’ennesima bocciatura. La legge infatti secondo la ministra «non garantisce più il rispetto del risultato del referendum» con cui nel 2016 il Regno Unito ha sancito la volontà di lasciare l’Unione Europea. Colpa delle troppe modifiche, fatte dalla premier per incontrare il volere dell’Unione e non per garantire che il Regno Unito torni «sovrano» alla fine di questo tunnel infinito. Contestate anche le aperture della premier verso un secondo referendum, ipotesi su cui anche Jeremy Corbyn sembra aver fatto dietro front, che sarebbe «pericolosamente divisivo» e rischierebbe di «minare l’unità nazionale».

Theresa May doveva aver annusato l’aria di congiura, tanto che si è rifiutata di incontrare i ministri dell’Interno Javid e quello degli Esteri Hunt, che teoricamente volevano instradarla verso la rinuncia. Al loro posto ha preferito incontrare la Regina Elisabetta, alimentando così i “rumors”: in molti l’avevano interpretato come una comunicazione alla sovrana della rinuncia alla carica di primo ministro, ma si è trattato del solito, tradizionale appuntamento.



Fatto sta che il cerchio intorno a May sembra stringersi sempre di più: l’abbandono di Leadson è il 36esimo da quanto è diventata primo ministro. Fallimentari le proposte fatte alla Camera, e persino i tentativi di apertura e negoziazione con il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn. Il laburista l’ha duramente attaccata nella Camera dei Comuni, sostenendo che «non ha più autorità», e secondo i media locali anche le fila dei dissidenti Tory si stanno ingrossando. Affrontare le elezioni europee previste per domani senza primo ministro però era un rischio troppo grande, in un clima già così caotico. Ma nel Regno Unito si vota solo giovedì, e venerdì potrebbe essere il girono in cui Theresa May metri la parola fine.

(Credits immagine di copertina:  © Dinendra Haria/SOPA Images via ZUMA Wire)