Il tetto al reddito di cittadinanza: se lo chiederanno in troppi, l’assegno sarà più basso

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Un articolo del decreto prevede una «rimodulazione dell'ammontare del beneficio» in caso di esaurimento delle risorse

Spuntano nuovi dettagli sul decreto che introdurrà il reddito di cittadinanza, per il quale con la manovra economica approvata a fine anno sono stati stanziati 6,1 miliardi di euro per il 2019. La misura di integrazione al reddito avrà un tetto massimo di spesa. Se saranno in troppi a chiederlo, se verrà presentato un numero eccessivo di domande, l’imposto verrà tagliato, l’assegno sarà più basso. A stabilirlo a chiare lettere è la bozza ormai definitiva della legge. Ne parlano oggi tutti i principali quotidiani.



Il tetto al reddito di cittadinanza: con troppe domande, assegno tagliato

Come spiega Repubblica, l’articolo 12 del decreto stabilisce che «in caso di esaurimento delle risorse» un decreto interministeriale, di Ministero dell’Economia e Ministero del Lavoro, «entro trenta giorni» dalla fine dei soldi «ristabilisce la compatibilità finanziaria mediante la rimodulazione dell’ammontare del beneficio». E nel frattempo «nuove domande e erogazioni sono sospese». Poi quando si riparte, da quel momento in avanti tutti ottengono meno: chi prima aveva 500 euro potrebbe anche scendere a 300 euro.

L’obiettivo del governo con il tetto ai fondi per il reddito di cittadinanza è evidentemente quello di tutelarsi dall’arrivo di richieste per il reddito di cittadinanza più numerose di quelle previste dalle relazioni tecniche. Si stima oggi l’erogazione del beneficio a un milione 400mila famiglie, di cui il 14% sopra i 5 componenti e il 27% di single. La clausola può essere considerata anche una salvaguardia per evitare uno sforamento del rapporto deficit/pil, fissato per il 2019 al 2,04% dopo una difficile trattativa con la Commissione Ue e una richiesta iniziale di salire al 2,4%.



Il reddito di cittadinanza verrà erogato dall’Inps a partire da aprile tramite una Carta Acquisti. L’importo va da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.050 se la famiglia che ne beneficia vive in una casa di proprietà, senza mutuo. Si sale poi a un minimo di 650 euro e massimo di 1.200 in presenza di un mutuo. E a un minimo di 780 euro e un massimo di 1.330 se la famiglia paga un affitto.

(Foto di copertina da archivio Ansa)