Condannato lo stalker di Giorgia Meloni, che rimarca come «dalla lettura di quei messaggi la mia vita è cambiata»

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Lo stalker di Giorgia Meloni, che l'ha più volte resa vittima di insulti e odio sui social, è stato condannato dal tribunale di Roma

Una «sentenza giusta», secondo i legali di Giorgia Meloni, «che rispecchia quanto risultato dalla perizia psichiatrica che ho ritenuto di chiedere». Finisce qui la storia dello stalker di Giorgia Meloni, Raffaele Nugnes, che è stato condannato a due anni di reclusione più un terzo anno che dovrà trascorrere in una residenza vivendo con misure di sicurezza. La brutta storia di persecuzione – nata sui social e, fortunatamente, rimasta in quell’ambito – è finita e la leader di Fratelli d’Italia può tirare un sospiro di sollievo.



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Stalker Giorgia Meloni: la storia

L’uomo – originario della provincia di Caserta – è stato condannato dal tribunale di Roma, che gli ha anche riconosciuto un parziale vizio di mente, disponendo non solo i due anni di carcere ma anche l’anno di rieducazione. La sua colpa è quella di aver reso Giorgia Meloni oggetto di messaggi diffamatori e violenti. Un incitamento all’odio in piena regola, possiamo dire. La struttura sanitaria in cui verrà accolto nel terzo anno da scontare è dedicata a persone affette da disturbi mentale e che, a causa di questi, vengono considerate socialmente pericolose. La perizia è stata fatta da Andrea Balbi, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl Rm3 e presidente della Società Italiana di Psichiatria della Regione Lazio, il quale ha decretato che Nugnes è affetto da un disturbo delirante.



«Dalla lettura di quei messaggi che mi sono stati segnalati la mia vita è cambiata»

Queste le parole di Giorgia Meloni in merito a quanto accaduto. La leader di FdI non è mai entrata in contatto con quest’uomo e non lo ha mai visto di persone, come da lei dichiarato, «ma dalla lettura di quei messaggi che mi sono stati segnalati la mia vita è cambiata». La Meloni ha tutto il diritto di tirare un sospiro di sollievo ora che una persona pericolosa che incitava all’odio contro di lei è stata assicurata alla giustizia. Ma sarebbe doveroso anche fare una riflessione. Essere vittime di odio, insulti, minacce e attacchi fa male. Sempre e in qualunque caso. Ricordiamolo per chi, ogni giorno, con le proprie parole, i propri atteggiamenti, il proprio credo e la propria politica istiga continuamente l’odio delle persone verso determinate categorie. Basta alla politica che procede per capri espiatori e per incitamento all’odio, quindi, poiché quando di quell’odio si diventa vittima ci si rende ben presto conto di quanto male possa fare.

(Immagine copertina dal profilo Facebook di Giorgia Meloni)