Anche 3.152 giorni dopo, lo Stadio della Roma continua a essere un’arma di propaganda politica

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La posizione del Pd, quella della Raggi e la promessa di Salvini sui cartelloni in giro per Roma

Tor di Valle sì (Pd). Tor di Valle no (M5S). Tor di Valle va bene, ma non così (M5S). Allora così non va più bene (Pd). Insomma, da 3.152 dall’approvazione del progetto (il primo), dello Stadio della Roma ci sono solamente le carte. Nessuna opera costruita, nessuna prima pietra. Insomma, un’infrastruttura (privata) che sembra essere diventata un incubo per i tifosi giallorossi. E ora la diatriba si riapre, a pochi mesi dalle elezioni per il Campidoglio. Virginia Raggi dice di voler andare avanti con il progetto, il Pd si smarca sottolineando l’impianto – così come è stato modificato, quindi con il taglio delle opere strutturali per la zona – non può andare avanti. E Salvini, con i manifesti in giro per la capitale, ne promette la costruzione (senza indicare con quale progetto).



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La questione non è più la zona, ma il progetto. Oggi Virginia Raggi ha dichiarato: «Io credo che sia giusto portarlo avanti perché ho fatto fare degli accertamenti e dei controlli su tutti gli atti amministrativi, e non ci sono irregolarità. Quindi il procedimento va avanti. Entro Natale sarà in Aula per essere approvato». Entro Natale, dunque. Ma sono anni che questa situazione si trascina senza trovare una soluzione, con tanti rinvii e inchieste collaterali (perché anche l’arresto di Parnasi non riguardava propriamente la costruzione dell’opera legata ai colori giallorossi) che hanno ritardato l’iter.



Stadio della Roma, l’arma elettorale che torna in auge

Ma ora il Pd dice no. E il perché lo spiega il capogruppo dem in Campidoglio in un post Facebook.



Il progetto Caudo sullo Stadio della Roma è quello approvato durante l’amministrazione di Ignazio Marino nel 2014. Sì, ben sei anni fa. Le cubature, poi, sono state ridotte dopo l’arrivo di Virginia Raggi e di una giunta pentastellata che si era sempre dichiarata contraria alla costruzione di un impianto nella zona di Tor di Valle, con tanto di assessori fermi oppositori. Si era parlato di rischio idrogeologico – poi smentito dagli studi -, poi è entrato in ballo una vecchia tribunetta lasciata avvolta nelle sterpaglie (ma da tutelare). Infine quel progetto è stato stravolto: meno cubature, ergo meno investimenti del privato per realizzare tutte le opere di pubblica utilità in quella zona.

E Salvini lo promette ai tifosi giallorossi

Insomma, la partita aperta sembra una di quelle interminabili. Come quelle di Holly e Benji nel noto cartone animato. E nella disputa (che ha il sapore della propaganda) si inserisce anche Salvini con questi cartelloni elettorali diffusi sul territori della capitale.

Non si parla di un progetto e, soprattutto, non c’è ancora il nome di un candidato per il Centrodestra a Roma. Ma Salvini promette ai tifosi giallorossi lo Stadio della Roma. La primavera, data in cui i capitolini saranno chiamati alle urne, si avvicina a grandi passi. E la propaganda inizia già a trovare i suoi principali trending topic.