Continuano ad arrivare, poco alla volta e rispettando le indagini in corso, notizie sull’attacco hacker Regione Lazio – compresa l’ipotesi del nome del gruppo hacker, Sprite Spider -. Sono 72 le ore di tempo che sono state date per decidere di pagare il riscatto. Chi ha messo in piedi l’attacco è esperto, come si evince ormai dal suo operato, e oltre ai migliori analisti del paese anche gli agenti di Europol e Fbi sono stati chiamati a lavoro per risolvere la situazione.
Quello che è certo finora – come evidenziato dalla direttrice del Dis Elisabetta Belloni – è che l’attacco è partito tramite delle credenziali Vpn di un dipendente di Frosinone che lavorava per Laziocrea, una delle agenzie della regione. Come detto in un primo momento, inoltre, l’attacco è partito dalla Germania in seguito a una triangolazione con l’Austria.
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Secondo quanto ricostruito finora, una volta entrati nel computer in questione gli hacker sono riusciti – con le credenziali di un amministratore di rete – a scaricare i file di infezione. Si lavora ancora al come siano state ottenute queste credenziali. Intanto, nelle ultime ore, l’attacco al Lazio è stato collegato a quello subito dalla società Engineering (anch’essa impiegata per la Regione Lazio).
Dalle parole della direttrice del Dis è emerso un altro dettaglio interessante, ovvero che il livello dei sistemi di sicurezza della Regione era fermo al 2008. Intanto la conta dei danni è cominciata e si parla di «determinazioni dirigenziali, memorie, variazioni urbanistiche, tutto perso», mentre i dati sanitari sono in salvo poiché i soli per i quali era stato fatto il back up. La ripartenza del Cup è prevista per la prossima settimana, la prenotazione dei vaccini già questo weekend. Federico Cafiero, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, ha definito questa tipologia di crimini «organizzati e transnazionali» che «come tali devono essere trattati, sia nella prevenzione sia nella repressione».