Venezia 76, Joker: La genesi della follia con un immenso Joaquin Phoenix | Recensione

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Joker era il film più atteso di Venezia 76 e non ha deluso le aspettative, Joaquin Phoenix ad un punto di non ritorno della sua carriera.



La notizia di un film interamente dedicato al Joker, il primo per la storica nemesi di Batman ha mandato letteralmente in visibilio i fan e la sua premiere mondiale a Venezia 76 segna una svolta anche per il cosiddetto genere dei cinecomic al quale per la prima volta apre le porte uno dei festival più importanti. A raccogliere la pesantissima eredità di Jack Nicholson e Heath Ledger è stato chiamato l’unico attore vivente in grado con un solo sguardo di incarnare lo spirito del Joker dimostrando ancora una volta tutto il suo talento.

Joaquin Phoenix è uno dei più grandi attori viventi, forse il più grande in attività dopo il ritiro di Daniel Day Lewis. Il ruolo del Joker gli è stato cucito addosso dalla sceneggiatura con dei dialoghi pazzeschi, ma soprattutto dalla regia di Todd Phillips che lo ha abbracciato mettendone in risalto le qualità uniche. Joaquin Phoenix ormai sembra regalare ad ogni film il ruolo della vita, ma forse qui lo fa veramente e sarà impossibile non restare affascinati dal suo personaggio è per un attore riuscire a regalare nello spettatore la fascinazione del male è forse una delle sfide più intriganti.



Il Joker di Joaquin Phoenix è molto fumettistico, ma al contempo è davvero realistico e soprattutto originale perché affronta la genesi del personaggio rendendolo esempio di come l’innocenza della risata possa essere trasformata dalla violenza brutale della vita in una follia devastante. La storia è intrigante dall’inizio alla fine perché frutto della mente del regista, regalando continui colpi di scena e scariche di adrenalina purissima davanti ai monologhi e le folli risate di Joaquin Phoenix. Un film con le atmosfere e la tensione di Taxi Driver, ma senza alcuna citazione precisa e con la politica a fare da sfondo rendendolo straordinariamente attuale. Non solo dunque Joaquin Phoenix, ma soprattutto Joaquin Phoenix.

Sembrava impossibile riuscire a rendere appetibile per il pubblico DC un film esclusivamente su Joker senza Batman, ma in questo caso la missione è riuscita perché finalmente scopriamo davvero le origini del clown, ma soprattutto ne vediamo anche il lato buono e del come qualcuno possa incanalare tanta malvagità. Il monologo sul punto di vista che regala Joaquin Phoenix con un altro mostro sacro come Robert De Niro è da brividi puri. Anche il personaggio di Zazie Beetz è fondamentale per mostrare la vera essenza di Arthur Fleck, un uomo che chiedeva soltanto di essere accettato da qualcuno.



La presenza poi di Thomas Wayne e del cameo del giovane figlio Bruce regalano dei riferimenti precisi all’universo DC, con la fortissima curiosità di cosa potrebbe accadere se Joaquin Phoenix e la Warner Bros decidessero di andare avanti con un ulteriore capitolo. Questo termina in un climax incredibile, una spirale di emozioni che non vorremmo finisse mai. Emozioni portate avanti anche dalla componenti femminile del cast, soprattutto Frances Conroy che è una madre intensa e bipolare, lascia passare di Arthur Fleck nel portone della follia da cui riuscirà con il trucco e le cicatrice dell’anima del Joker più riuscito di sempre.

Allora perdetevi tutti nella musica, nell’oscurità e soprattutto nella risata perché il terrore correrà a fiumi e il mondo dei film DC dopo Joker avrà la grande responsabilità di non tornare indietro dalla qualità altissima che c’è stata regalata provocando una nuova epifania dopo tante delusioni legate al DCEU.