Venezia 75, Capri-Revolution: Conferenza stampa del film di Mario Martone

Categorie: Mass Media

In concorso a Venezia 75 c’è anche Capri-Revolution, proiettato oggi in anteprima e presentato in conferenza stampa dal regista e il cast.
Proiettato oggi a Venezia 75, Capri-Revolution è il nuovo film diretto e scritto da Mario Martone. Nel cast troviamo Arianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di GennaroLudovico Girardello e tanti altri. Ecco che cosa hanno detto il regista e il cast in conferenza stampa.



Venezia 75  Capri-Revolution |La comune e quel filo che collega a Il Giovane Favoloso

Lo spunto di questa storia è quello di una comune creata a Capri negli anni ’30 del ‘900, perché?

MARIO MARTONE: “Mi sono imbattuto in questa storia della comune e mi ha colpito subito, è stato un immediato cortocircuito anche su eventi successivi. A Capri era stata inventata negli anni ’80 una lampadina innescata con un limone, l’ho reinserita in questo contesto. L’arte era un fatto politico. Abbiamo iniziato a lavorare al film con dei workshop per creare uno spirito collettivo.”



Aveva pensato di considerare questo film come un Approdo di Noi credevamo e de Il giovane favoloso? Qui mi è sembrato un film ossessionato in maniera positiva dall’idea di connettere il pubblico ed il privato.

MARIO MARTONE: “Non l’ho immaginata come una trilogia all’inizio, ma ognuno ha portato all’altro. Il giovane favoloso si conclude con la ginestra e questi sono i temi di Capri Revolution. C’è un filo che lega questi film, i protagonisti sono sempre ribelli giovani, sono la testimonianza e il desiderio di raccontare un’Italia che non è doma. Sente il desiderio di collegare il rapporto tra individualità e collettività, Capri revolution unisce diversi mondi, quello contadino e quello più borghese del medico. Il mondo è un’isola, non puoi far altro che confrontarti. Inutile pensare di tirare su muri illudendosi che il confronto si possa eludere, questa era una cosa vitale da proporre oggi in un’epoca in cui si pensa tutto si debba chiudere. La figura luminosa del film è Lucia, una capraia che non sa nulla e scopre tutto non avendo paura del confronto. Non le bastano le impostazioni ideologiche che derivano da tutto questo movimento.”



Capri-Revolution | La conferenza stampa

Come procede il lavoro con Sascha Ring sulla colonna sonora?

MARIO MARTONE: “È il secondo film che facciamo ed è stata un’esperienza fantastica. Ho chiesto a lui e al suo collaboratore Philip di essere nel film come attori nella comune e creare le musiche acustiche che sono state realizzate live sul set. Ci sono mandolini e altri strumenti che hanno mescolato la parte acustica ed elettronica. Quest’ultima ha dei moduli ripetitivi e questi ci hanno fatto ripensare agli anni ’60, un’idea che veniva dalla musica indiana tenendo un filo atemporale che volevamo riproporre anche nella colonna sonora.”
SASCHA RING: “Sì, lui lo ha già detto, la parte più interessante è la musica, l’idea è che la musica accadesse veramente nelle scene e non venisse riprodotta dopo, dovevamo trovare il modo di trovare gli attori e gli strumenti, per me è parte del mondo in cui le persone facevano musica, è una sorta di rituale che è una parte importante e anche c’erano persone da buone famiglie. Almeno è stato molto interessante farlo sul set, per me era importante stare lì, sono stato sorpreso di quanto velocemente ci siamo messi.”

Continua nella pagina successiva la conferenza di Capri-Revolution …

Venezia 75  Capri-Revolution | La luce di Lucia in una rivoluzione

Capri-Revolution | La conferenza stampa

Un film che parla di rivoluzione culturale, di rivoluzione industriale, che tipo di rivoluzione porta Lucia?

MARIO MARTONE: “Le rivoluzioni non vanno considerate in base al loro esito, è come le eruzioni di un vulcano. Dobbiamo guardare la spinta vitale delle rivoluzioni che sono come un fiore. Ogni volta che questo nasce è la rivoluzione che rinasce, non necessariamente per un giovane dato che è una rivoluzione dell’anima. Lucia porta una relazione vitale, anche in un tempo come nostro in cui è difficile dare certezze in realtà bisogna aprire una relazione senza avere paura. Lucia si ribella dalla famiglia ma non trasforma la ribellione in odio, diventa amore e viene da una grande profondità femminile in un mondo in cui si sente il bisogno di una centralità delle donne. Lucia chiude questa trilogia però il suo sguardo verso l’avanti è la conclusione di questa trilogia.”

Perché avete scelto una persona così umile?

IPPOLITA DI MAJO: “Questo gruppo di ragazzi che viene dal nord Europa è il primo a provare sulla sua pelle i problemi della rivoluzione industriale con cui combattiamo anche noi ancora oggi. C’è un gruppo di ragazzi che cerca nel mediterraneo una laicità con una natura sfruttata e non fruita. La purezza che dava Lucia con la sua umiltà ci sembrava importante per raccontare una storia di emancipazione vera e rproknda per tutti da qualsiasi condizione.”

Come si è preparata al ruolo, una ragazza prodigiosa bei suoi cambiamenti? Lei ha mai praticato meditazione?

MARIANNA FONTANA: “Mi sono preparata con Mario e Ippolita che mi hanno raccontato la sceneggiatura, poi ho pascolato e munto più di 100 capre. Ho fatto diversi seminari, poi mi hanno raccontato della comune e ho approfondito la storia di Capri nel ‘900. Non sono andata oltre però perché Lucia scopre questa realtà così diversa liberandosi dall’oppressolne quindi mi sono voluta aprire al personaggio con l’anima, non solo con il nudo. Ho risucchiato tutte le energie nella comune.”

Il film è un’iniziazione, un percorso di trasformazione. Quanto è interessante che il cinema sappia riconoscere personaggi tanto forti? Quanto le piace Martone indagare i personaggi femminili?

MARIANNA FONTANA: “Nella mia vita c’è stata sempre una figura femminile importante, avendo la stessa età di questa ragazza mi sono ritrovata molto in lei. Il cambiamento di Lucia di voler essere libera, lei è attratta dalle figure maschili come il maestro è il medico, decide di sfuggire dalla famiglia andando oltre ed essere una donna libera seguendo quello che è il suo istinto. È una ragazza fragile, ma sente la terra sotto i piedi. Inizia a capire l’inglese, a confrontarsi perché si sente diversa e questo la porta a lasciare anche l’Italia.”
MARIO MARTONE: “Ci sono due anime che si intrecciano, penso anche al rapporto con le figure femminili della madre e di Lina, la moglie del maestro. Sono figure femminili diverse che si intrecciano in questo film, ritornare a fare un film con una figura femminile al centro come l’amore molesto è stato importante. Ci sono tante donne che hanno lavorato al film, sono state fondamentali nel respiro collettivo del film. Abbiamo iniziato a preparare il film prima del set, siamo andati fino in Olanda a prenderlo. Volevamo fare un film che somigliasse a quello che raccontava.”

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