The 100 6×03: Recensione episodio “The Children of Gabriel”

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Ecco la nostra recensione del terzo episodio della sesta stagione di The 100 intitolato “The Children of Gabriel” (I Figli di Gabriel).



Settimana scorsa nel secondo episodio della sesta stagione di The 100 intitolato “Red Sun Rising” (L’ascesa del sole rosso) avevamo assistito al pieno svolgimento della psicosi dell’eclissi e l’effetto devastante che ha sulle persone, sia contro gli altri che verso sè stessi. Questa settimana scopriamo chi sono gli abitanti del pianeta Sanctum, e possiamo anche tirare un gran sospiro di sollievo, nel vedere Murphy ancora vivo, per ora.

The 100 6×03

The 100 6×03 Benvenuti nella setta, Ehm nel nuovo mondo!

In questo terzo episodio della sesta stagione di The 100, conosciamo gli abitanti di Sanctum e il loro leader Russell (papà Argent quanto ci eri mancato). Questo nuovo popolo, intriso di colori sgargianti, innaturali, con le loro tradizioni, i loro strani rituali, la distinzione di classe sociale, basata sul colore del sangue.



Si perchè se sei un Nightblood vuol dire che sei di sangue blu e quindi detieni il potere. Chissà come potrebbero reagire, se scoprissero che il sangue nero, può essere ottenuto artificialmente, come nel caso di Clarke.

Gli abitanti di Sanctum in The 100, sono felici, solari, in pace con il mondo, un po’ troppo però. Ho avuto la netta sensazione di ritrovarmi all’interno di una setta, dove tutti adorano Russell, come se fosse un profeta, e quello che decide lui è la legge, mentre tutti gli altri, dei piccoli adepti, felici di prendere parte alle tradizioni e di riferirgli, tutto quello che scoprono. Magari mi sbaglio, ma è tutto quello che ho percepito sino adesso.



Scommetto anche che i “Children of Gabriel” di The 100 6 siano in realtà i buoni, la resistenza che combatte la tirannia di Russell, vedremo se il tempo mi darà ragione o se avrò toppato misermente.

The 100 6×03

Ecco perchè ho adorato il personaggio di Simone, la moglie di Russell, l’unica veramente infastidita dalla presenza di queste persone, colei che se ha qualcosa da dire, la dice tranquillamente, usando il tono più sgradevole che conosca.

Certo siamo solo all’inizio della sesta stagione di The 100, ed è normale che al suo interno si tessi una tela di misteri, altrimenti come si arriva all’episodio tredici?

Clarke di nuovo al comando in The 100 6×03

Nel momento in cui si deve determinare un leader all’interno dei nuovi arrivati (Eligius, wonkru, skykru, come chiamarli adesso?), il terzo episodio della sesta stagione di The 100 riesce a toccare tutti i nervi scoperti dei personaggi e le tensioni che ne derivano. Raven senza ombra di dubbio è quella più inviperita nel vedere Clarke di nuovo in una posizione di comando, di portavoce della sua gente (decidetevi a dare un nome nuovo per definirli, altrimenti sarà davvero difficile), e Bellamy che la sostiene, è una coazione a ripetere in tutto e per tutto.

The 100 6×03

Sarebbe stato bello se, per una volta si fosse fatta da parte, lasciando magari Raven al comando, ma come ho già sostenuto poco fa, The 100 6 è una coazione a ripetere.

Jordan, Jordan il chiacchierone

Si dice che chi si fa gli affari propri campi cent’anni, ma con il crio-sonno, le regole cambiano. Capisco l’ingenuità di Jordan, il suo entusiasmo nel vedere un mondo diverso dallo spazio, da tutto ciò che avevi conosciuto finora, però, un pelino di astuzia non fa mai male o, perlomeno, un minimo di buonsenso nel pensare prima di parlare. Anche se non è stata vista mi sono immaginata subito la scena di Jordan che racconta “Sai Clarke è una grande, ha salvato tutti noi, sulla terra la chiamavano wanheda, che vuol dire Comandante della Morte, non sai quante persone ha dovuto far fuori!”

Ripeto capisco l’entusiasmo ma a volta è necessario ponderare.

Continua a pagina due per sapere di dei fratelli Blake e le conclusioni di questo terzo episodio di The 100 6

I fratelli Blake, sempre più distanti

Era ovvio che tra Bellamy e Octavia le cose non sarebbero tornate come prima, ma sembra che questa volta Bellamy sia riluttante anche al sol pensiero di starle accanto. Premesso che dopo tutto quello che ha passato Bellamy, questo suo atteggiamento è del tutto comprensivo, anche perchè, come lui stesso le ha detto:

“Mia sorella è morta molto tempo fa”

Dal suo punto di vista, la ragazza che si trova davanti a lui è rimasta Bloodreina, la sanguinosa tiranna, la persona che non ha nessun problema ad uccidere chiunque le capiti a tiro, chiunque non sia Wonkru (e nella testa delle persone risuona immancabilmente il tormentone della scorsa stagione di The 100, ve lo ricordate?

Bellamy in The 100 6×03

Sono in un nuovo pianeta con una nuova occasione per far funzionare le cose, per sopravvivere, non è possibile ripetere lo schema, tornare alle vecchie abitudini, quelle stesse che hanno portato alla rovina, e alla distruzione della terra.

C’è un’altro aspetto da considerare: il tempo. Per lo svolgimento narrativo sono passati 125 anni, per noi spettatori un anno ma, per i nostri protagonisti ibernati, sono trascorsi pochi giorni. Quindi è normale che un personaggio non possa cambiare dalla sera alla mattina (non stiamo mica guardando la 8×05 di Game Of Thrones).

Per quanto Bellamy faccia il duro, non credo sia veramente convinto di quelle parole, penso che stia cercando solamente di impartire una lezione di vita a sua sorella, per la serie “o cambi, o cambi, non ci sono alternative”

Sarà molto interessante osservare il percorso che Octavia dovrà percorrere, per arrivare alla sua redenzione.

Conclusioni

In conclusione è stato un episodio a scopo introduttivo, che ancora una volta, confronta i personaggi con i propri errori del passato, che tornano a chiedere il conto. Oltre a Octavia e Clarke, anche Diyoza deve fare i conti con la sua reputazione. Per gli abitanti di Sanctum è considerata allo stesso livello di Hitler e Stalin, inserita nei libri di storia, per noi spettatori è solamente una BadAss con la gravidanza più longeva che sia mai esistita.

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