Riverdale 3×11: “The Red Dahlia”| Recensione

Ecco la recensione di questo undicesimo episodio di Riverdale 3 con cui siamo ritornati allo stile narrativo che ha contraddistinto da sempre la serie

Con questo undicesimo episodio della terza stagione di Riverdale siamo ufficialmente tornati allo stile narrativo che ha contraddistinto da sempre la serie

Già nella scorsa puntata (qui la recensione di Riverdale 3×10 – ‘The Stranger’) avevamo potuto notare molti dei riferimenti alle scorse stagioni nei dialoghi, nelle espressioni interpretative e nei cambi di colore e sfumature nelle diverse scene. Ora il ritorno ai fascinosi esordi di questo teen drama è completo. Jughead è tornato la voce narrativa, lui e Betty continuano le loro investigazioni, Archie è in crisi con se stesso e Veronica prova a destreggiarsi nelle intricate posizioni lavorative dei Lodge.

Riverdale 3×11 ‘The Red Dahlia’ | Recensione

I titoli di alcuni degli episodi di questa terza stagione di Riverdale si riferiscono ad un personaggio in particolare, la cui identità si andrà a svelare nello sviluppo dei quaranta minuti. Ed anche questa settimana, come nei particolari episodi ‘The Man In Black’ e ‘The Stranger’, ‘The Red Dahlia’ ci porta a conoscere meglio uno dei protagonisti secondari più complessi e ben strutturati. Parliamo, infatti, di Penelope Blossom.

La donna, fin dalla sua prima apparizione in Riverdale è stata dal lato dei ‘villian’ ed ancora oggi nella terza stagione è così. Ma, andando con ordine, ci viene spiegato come è diventata quella che è. Già ne era stato dato un annuncio durante il quarto episodio di Riverdale 3, l’episodio incentrato negli anni novanta, ma, ora, nuovi flashback ci riportano indietro nel tempo per farci scorgere qualche dettaglio sulla infanzia, promettendone ancora di più. È una donna arrabbiata, con gli uomini e con il suo destino. Riversa, così, la sua rabbia nella vendetta e nella sottomissione degli uomini della sua vita.

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Riverdale 3×11 | Veronica

Soffermiamoci sul personaggio di Veronica. Ormai da determinata e coraggiosa, la ragazza ha subito un drastico declino nel corso di questa terza stagione di Riverdale. Si comporta come se fosse una donna di successo, impartisce ordini e prende le veci dei suoi genitori, disprezzandoli ogni qualvolta le sia possibile, senza ricordare, però, che senza di loro sarebbe una semplice adolescente in una città più che problematica.

Una cosa sensata d’altro canto l’ha detta in quest’ultimo episodio, facendoci ricordare che effettivamente molti degli avvenimenti di Riverdale non hanno senso e non importa cercare in profondità un importante tema umanitario e collettivo da portare avanti. Altrimenti, infatti, non saremmo qui per la terza stagione a guardare le avventure di un gruppo di adolescenti che viene trattato dai genitori come se fosse un gruppo di adulti con la piena consapevolezza delle proprie azioni.

Riverdale 3×11 | La genitorialità mancata

La presenza/assenza genitoriale è un carattere fondamentale di Riverdale, un po’ come sostanzialmente in molti telefilm dello stesso stampo. Un importante collegamento si può fare, in questo undicesimo episodio, a Beverly Hills 90210. Avremmo sicuramente notato la presenza di Luke Perry nei panni di Fred Andrews.

Il suo personaggio è uno dei pochi che tenta – perché effettivamente non riesce ad esercitare la sua autorità – di imprimere un’educazione ad uno dei tanti autonomi adolescenti. Una scena particolare lo riprende intento ad impartire una lezione di vita e sugli alcolici al giovane Archie. Per chi è familiare con le dinamiche dell’altro teen drama di cui Luke Perry era protagonista, questo potrebbe portare al riso dal momento che il personaggio di Dylan non solo era una testa calda, ma anche ragazzo con seri problemi di alcolismo e dipendenze.

Considerazioni finali su Riverdale 3×11

• È molto interessante scoprire che tutto è da sempre collegato e che fin dagli esordi, fin dalla morte – suicidio – di Clifford Blossom molti degli indizi sulle indagini sono in parte stati sotto i nostri occhi.

• Archie si è dimostrato ancora una volta molto immaturo e dalla personalità incerta. Si veda, infatti, la scena in cui si reca all’ospedale da Hiram Lodge per porre fine ai suoi ultimi turbamenti psicologici e finisce per aiutarlo, redimersi e perdonare l’uomo che gli ha causato molta sofferenza e problemi nelle ultime due stagioni di Riverdale.

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