La notte degli Oscar 2018 è arrivata e per il miglior film, nonostante “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” abbia vinto tutti i premi possibili c’è molta incertezza. “The Shape of Water” e “Lady Bird” possono ancora crederci, ma non solo loro.
Solitamente agli Oscar c’è il grande favorito, il film che più di tutte fa incetta di nomination. Questa volta il favorito però non è “The Shape of Water” di Guillermo del Toro (favorito per la miglior regia) con le sue 13 nomination, bensì il “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” di Martin McDonagh. Il film con protagonista una superlativa Frances McDormand ha infatti trionfato ai Golden Globes nella categoria drama, ai SAG Awards e ai BAFTA conquistandosi di diritto il ruolo di favorito numero uno. “Tre Manifesti” può contare sul gradimento dell’Academy per le forti tematiche familiari trattate, perché le Guild degli attori sono pronti a sostenerlo data la grandissima interpretazione di Frances McDormand e Sam Rockwell che vinceranno come miglior attrice e miglior attore non protagonista, ma anche gli sceneggiatori dato che dovrebbe trionfare in questa categoria Martin McDonagh.
Staccato di poco nelle quote, ma ancor meno probabilmente in una sfida all’ultimo voto, “The Shape of Water“. Il film di del Toro ha trionfato ai PGA Awards, ai Critics Choice Awards e al Festival di Venezia perdendo in tutte le altre occasioni. Per quale motivo può ancora farcela? Perché è un film meraviglioso, in grado di toccare le corde giuste e differente rispetto a “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri”. I fan del cineasta messicano possono anche attaccarsi alla scaramanzia: solo due volte in novant’anni di storia degli Academy Awards il vincitore del miglior film non aveva ricevuto la miglior regia: “A Spasso con Daisy” diretto da Bruce Beresford del 1989 e “Argo” firmato da Ben Affleck nel 2013. Considerando l’ampio gradimento dell’Academy per le opere messicane e la tendenza a dare i due premi come nel caso di “Birdman” e “Gravity” Guillermo del Toro non parte battuto.
L’outsider più importante è, senza dubbio, “Lady Bird” per la presenza della regista donna Greta Gerwig. Il film è stato acclamato da pubblico e critica con dei metascore davvero molto alti, una percentuale di recensioni positive vicina al 100% ed ha anche vinto il Golden Globes come miglior commedia musicale. Un romanzo di formazione che potrebbe mettere tutti d’accordo se “The Shape of Water” fosse ridimensionato dopo le accuse di plagio arrivate una settimana fa a Guillermo Del Toro. La forza del film è in una scrittura dinamica, interessante dall’inizio alla fine che sfrutta una meravigliosa Saoirse Ronan.
In egual misura potrebbe a sorprese vincere “Get Out“, che nelle ultime ore ha trionfato agli Independent Spirit Awards che spesso e volentieri sono coincisi con gli Oscar. Sarebbe una vittoria sorprendente dato che nessuno fino alla scorsa notte lo dava vincitore neppure agli Oscar del cinema indipendente. Il grande sconfitto è stato “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino, che al momento è dunque ufficialmente fuori dalla corsa per la statuetta anche se potrebbe riconsolarsi con quella alla miglior sceneggiatura non originale.
I cinefili più esigenti hanno invece già proclamato vincitore Paul Thomas Anderson e il suo “Il Filo Nascosto”, un capolavoro assoluto che si inserisce in una filmografia semplicemente sensazionale. Dispiace tantissimo non metterlo neppure tra i favoriti, perché meriterebbe la vittoria solamente per la qualità di scrittura, registica e l’immensa recitazione messa in campo dal cast certificata anche dalle nomination per Daniel Day-Lewis e Lesley Manville.
Quest’anno Christopher Nolan ha conquistato la sua prima nomination agli Oscar come miglior regista, ma anche quella come miglior film per il suo “Dunkirk“. Un film meraviglioso, sicuramente uno dei più belli con una messa in scena pazzesca in grado di immergere completamente lo spettatore e fargli sentire il respiro della guerra. Perché però è tra gli sfavoriti per la statuetta? Semplice, non ha vinto nulla d’importante tranne i premi tecnici e non piace all’Academy. Speriamo che presto possano cambiare idea perché un cineasta di questo livello meriterebbe un’importante riconoscimento.
Gli unici due film con zero possibilità di vittoria sono “The Post” e “L’Ora più buia”. Non sono dei brutti film, anzi il loro livello altissimo certifica la qualità straordinaria della scorsa annata cinematografica. “The Post” è un inno alla libertà di stampa, “L’Ora più buia” alla libertà in senso più assoluto e ha trovato in Gary Oldman un immenso Winston Churchill. La notte degli Oscar è arrivata e stanotte sapremo chi potrà vincere il titolo di miglior film, con un’incertezza mai così totale, che potrebbe però concludersi con la vittoria dei “Tre Manifesti” che tutti si aspettano.
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