Grey’s Anatomy 15×19 – Recensione: Il diritto di dire “NO”

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Il 19esimo episodio di Grey's Anatomy 15 è un cazzotto in pieno viso, nello stomaco, sulle gambe e in tutti i punti in cui Abby sente ancora dolore.

Il 19esimo episodio di Grey’s Anatomy 15 è un pugno in pieno viso, nello stomaco, sulle gambe e in tutti i punti in cui Abby sente ancora dolore.



La storia non è solo quella di Jo, del primo incontro con sua madre, con la donna che l’ha abbandonata. La storia è anche quella di Abby, di tutte quelle donne che hanno paura di parlare, di denunciare, di raccontare qualcosa che continueranno a rivivere ogni volta che chiuderanno gli occhi. Il nuovo episodio di Grey’s Anatomy, proprio come aveva predetto Krista Vernoff, è qualcosa che non avevo mai vissuto prima. E che non dimenticherò mai.

Grey’s Anatomy

Sin dai primi secondi di questo episodio di Grey’s Anatomy, ancora prima di scoprire dello stupro che ha portato alla nascita di Jo, o di conoscere Abby e vedere quella mano che non ha mai lasciato quella della dottoressa Karev, le lacrime hanno iniziato a bagnarmi il viso. Un brivido ha colpito la mia schiena nel silenzio del viso di Jo, del suo sguardo perso nel vuoto. Proprio come quello di Abby. Un episodio di Grey’s Anatomy che non dimenticherò mai, che ha lasciato un segno, una rabbia tale da spaccarlo questo mondo che continua a deludere le donne come Abby.



Il 19esimo episodio di questa 15esima stagione di Grey’s Anatomy è dedicato a Jo Wilson. No. Questo episodio di Grey’s Anatomy è dedicato a quelle donne che sono sopravvissute, a quelle che hanno perso la propria libertà, a quelle che continuano a lottare. A quelle donne in cui qualcosa si è rotto per sempre. Jo incontra sua madre nei primi minuti. L’ha abbandonata per darle una vita migliore. Una vita che Jo non ha mai avuto. Ha dormito in una macchina, è rimasta sola fino a quando non è arrivato Paul. Quell’uomo che la amava, o almeno così diceva.

Grey’s Anatomy

Quell’uomo che l’ha picchiata così forte da romperle ogni parte del corpo, quell’uomo che Brooke non dimenticherà mai. E attraverso le parole di sua madre, attraverso il racconto di quella donna che le ha dato i suoi capelli, Jo scopre una verità che colpisce anche noi in pieno viso. Una serata trascorsa a guardare il tramonto, un uomo che non può essere definito tale che non ha accettato un no come risposta. Nove mesi dopo, è nata lei.



Una donna i cui occhi si riempiono di lacrime, una donna che è Abby, sua madre e le milioni di donne in tutto il mondo che chiedono una giustizia che non sempre arriva. Mentre viviamo il racconto della madre di Jo, il nuovo episodio di Grey’s Anatomy ci porta a conoscere Abby. Ha un graffio sul viso. Lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi e l’anima completamente svuotati. Nessuno avrebbe potuto riconoscere quei segnali se non lei. Una figlia nata da uno stupro, una donna maltrattata e picchiata che ha impiegato anni per far sue quelle parole: non è colpa mia.

Abby ha lividi su tutto il corpo. E mentre li guardo in me cresce la rabbia, il bisogno di veder bruciare tutto e tutti perché ogni donna ha il diritto di dire di no. E quando diciamo no “il gioco si ferma. Game Over“. Proprio come Ben insegna a quel ragazzo che porta il nome di George O’Malley.

Grey’s Anatomy

Nel nuovo episodio di Grey’s Anatomy, Krista Vernoff ci regala anche un sorriso tra le lacrime mentre Miranda Bailey pensa a come parlare a suo figlio di preservativi, sesso sicuro, amore, appuntamenti. Per fortuna Ben è accanto a lei e a quel giovane uomo a cui insegna una delle cose più importanti: il diritto di dire no!

Andate a pagina due per la seconda parte della recensione

Grey’s Anatomy 15×19 – Recensione: Il diritto di dire “NO”

Grey’s Anatomy

I minuti scorrono, le lacrime continuano a bagnarmi il viso. La rabbia e il dolore mi divorano. Abby aveva detto no, la madre di Jo aveva detto no. Jo, dopo quel primo schiaffo, e il secondo e il terzo, non riusciva a pensare ad altro che a ciò che aveva sbagliato. “Se avessi parlato di meno, se non avessi spostato quel piatto“. Ma la verità è quella che arriva dalle parole di Teddy: “Non è colpa tua“.

Grey’s Anatomy

Abby tiene stretta la mano di Jo per l’intero episodio di Grey’s Anatomy. Non riesca a lasciarla. Come non riesce a lasciare quella stanza dopo aver accettato di sottoporsi al kit antistupro. E allora la dottoressa Jo Karev fa quello che dovrebbe essere una regola, proprio come ha detto Teddy. Tutte le donne del Grey Sloan sono nel corridoio che porta alla sala operatoria. Nessun uomo arriverà lì. Nessuno le farà del male. Jo la protegge dal primo all’ultimo istante.

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Grey’s Anatomy ci regala un episodio forte, intenso. Un episodio che sono rimasta a guardare in religioso silenzio, ma con quella rabbia che ancora adesso non riesco a mandare via. La rabbia verso quegli uomini convinti che le donne siano di loro proprietà, che se una donna dice no, in realtà sta dicendo si. La violenza sessuale, la violenza in ogni sua forma, è qualcosa che resta dentro. Una cicatrice che non svanirà mai. Ma Jo ha ragione. Tutte le Abby di questo mondo sono delle sopravvissute e non è colpa loro.

Krista Vernoff ci racconta la storia di tre donne. Due donne stuprate e una donna nata da una violenza sessuale. Il loro dolore, la loro paura e la loro rabbia sono diventate mie dal primo fino all’ultimo secondo di questo episodio di Grey’s Anatomy. Fino a quell’ultimo istante. La madre di Jo va via. Ha fatto ciò che ha potuto, non è stato abbastanza. Ma non credo di riuscire a provare rabbia verso questa donna che sta ancora raccogliendo i pezzi. Che non dimenticherà mai.

Poi c’è lei, Abby. Negli ultimi minuti, attraverso la forza e gli occhi di Jo, decide di denunciare. Suo marito è accanto a lei, ma è lei la sola guerriera che vedo nella stanza quando Jo chiude la porta. Poi quei secondi finali. Alex prova ancora a parlare con sua moglie, con la donna che ama. Ma Jo non può parlarne, non ancora. Ha solo bisogno di chiudere gli occhi per non sentire e vedere più nulla. Lo sguardo di Jo è spento, vuoto mentre e parole di sua madre continuano a vagare nella sua mente.

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E adesso, nel silenzio di questa stanza, la sola cosa che riesco a dire è: grazie Camilla Luddington, grazie Grey’s Anatomy per aver raccontato quel dolore, quella rabbia, quelle ingiustizie. Per aver raccontato la verità di queste donne, delle Abby di questo mondo ancora sporco.

Per scoprire tutto quello che accadrà nei prossimi episodi di Grey’s Anatomy seguite le pagine: Noi amiamo Grey’s Anatomy  – Le storie più belle di  – Greys Anatomy. –Grey’s Anatomy– Italia  – La ruota non smette mai di girare – Tu sei la mia persona.  –  GREY’S ANATOMYLA NOSTRA VITA – Grey’s Anatomy– be my person.• –  GA la mia vita – Le emozioni di Grey’s Anatomy – We love grey’s anatomy – Un’Unica Passione: – Grey’s Anatomy is our McDreamy – »Noi amiamo Greys Anatomy – Meredith & Derek. – Station19 – Italia