La solidarietà social (a richiesta) dei big del M5s a Luigi Di Maio

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Dopo i malumori interni provocati dall'ultima conferenza stampa del capo politico del Movimento

Mai come nelle ultime settimane, complice la crisi di governo, si sono palesate in maniera così netta le diverse anime del Movimento 5 stelle. A risentirne, come è naturale, è stata anche la leadership di Luigi Di Maio. Non stupisce dunque – come si legge su Repubblica – che dopo la conferenza stampa di ieri del vicepremier e la dura reazione del Pd (“No a ultimatum”) a diversi big del M5s sia stato consigliato di uscire con comunicati e messaggi social di supporto a Di Maio. Anche per sedare non pochi malumori interni.



Da Barbara Lezzi a Carlo Sibilia: i messaggi di solidarietà a Di Maio

«Al di là dei nomi e della forza che potrebbero occupare i diversi ministeri, quello che conta è cosa si intende fare. È su questo che si deve essere limpidi, cristallini – scrive su Facebook Barbara Lezzi – Oggi Luigi Di Maio ha interpretato alla perfezione il sentire del Movimento e della sua responsabilità».



Come lei anche Carlo Sibilia difende i toni duri usati da Di Maio, cinguettando: «Ma scusate…Cosa avrebbe dovuto dire Luigi Di Maio? “Se non ci sono i nostri temi non fa niente. tutto ok.” Siamo seri!»

Voce fuori coro sembra invece quella di  Gianluigi Paragone che sulla sua pagina Facebook ha deciso di lanciare un sondaggio rudimentale chiedendo ai suoi follower se fossero per il sì o pr il no all’accordo con il Pd.

Polveriera M5s: la rivolta dei parlamentare pentastellati e l’intervento di Fico

Ad alimentare l’impressione che il Movimento assomigli sempre più a una polveriera è anche l’indiscrezione secondo la quale, dopo la conferenza stampa di Di Maio di ieri, un gruppo di parlamentari M5s fosse pronto a sconfessare il proprio leader politico. Come si legge su Repubblica, infatti, pare che a un certo punto del pomeriggio fosse stata redatta una lettera in cui si diceva che le ragioni del Movimento in questa fase di trattativa con il Pd fossero affidate a Giuseppe Conte e non  a Luigi Di Maio.

L’invio della lettera – e la conseguente spaccatura interna – è stata evitata grazie all’intervento di Roberto Fico. «Ora non è il momento di spaccarci, le cose si sistemeranno. Fidiamoci della mediazione di Conte», avrebbe detto ai suoi il presidente della Camera dopo aver interpellato il presidente del Consiglio.