Sodano s.p.a. – Storia di un cardinale che tiene famiglia, un legionario pedofilo e un truffatore seriale

Categorie: Attualità

Angelo si fidava troppo di Maciel. E lui era largo di manica con suo nipote Andrea. Che era assai amico di Raffaello. Il quale ci sapeva fare con le attrici di Hollywood. E anche con gli investimenti immobiliari.



Le mancanze e gli errori dei sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa“. Non c’è niente da fare: rispetto al suo collega Bertone, il cardinale Angelo Sodano ha uno stile diverso, meno rozzo e polemico, pur dicendo cose molto simili al numero due del Vaticano. Anche se ha i suoi bei 83 anni, l’ex segretario di Stato nativo di Isola d’Asti ha la testa del diplomatico e il sangue freddo di chi sapeva tenere la voce a freno mentre chiedeva all’appena eletto Joseph Ratzinger come volesse essere chiamato da Papa. La stessa voce a freno con la quale presentò la sua lettera di dimissioni “per raggiunti limiti di età” dopo un annetto scarso di pontificato del pastore tedesco.

(NON) UNA DIVAGAZIONE – Nel 1946 il Vaticano non navigava in buone acque: per questo i personaggi come padre Marcial Maciel Degollado, che aveva preso gli ordini solo da due anni, ma già era a capo di un proprio ordine religioso, la Legione di Cristo, erano così ascoltati e rispettati. Quando riesci a regalare 10mila dollari a una Chiesa provata dalla guerra, è scontato che l’approvazione che chiedi alla tua scuola apostolica ti verrà concessa, e te ne potrai partire per la Spagna dal Messico. Passano appena dieci anni, e già Maciel deve difendersi dall’accusa di non condurre una vita da prete: usa la morfina, è oltremodo affettuoso con alcuni suoi alunni, per questo finisce sotto inchiesta, ma i carmelitani inviati a investigare si trovano un muro di omertà davanti. Quello degli alunni. Maciel intanto, formalmente sospeso, è tornato a fare quello che gli riesce meglio: raccogliere fondi. Per una basilica, quella di Nostra Signora di Guadalupe e San Filippo sulla via Aurelia, a Roma, la chiesa nazionale messicana. Muore Pio XII, l’anno dopo l’inaugurazione della basilica, mentre Maciel è ancora formalmente sospeso. Il cardinale Clemente Micara, divenuto momentariamente vicario di Roma, lo riammette ai suoi incarichi, per l’evidente bravura del messicano nell’attività di fund raiser, come lo chiamerebbero oggi a Wall Street. Un ordine che Micara non era legittimato a dare, dicono quelli che di regole, nella Chiesa, se ne intendono. Ma nessuno se ne preoccupò più di tanto.



I SOLDI DEVONO GIRARE – La specialità di Padre Maciel sono i soldi. Lui è un mago nel trovarli: riesce a farsi donare 50 milioni di dollari dalla vedova di un industriale dell’acciaio messicano. Aveva il vezzo di pagare in contanti, Maciel. Rotoli di banconote fatti scivolare nelle tasche del venditore anche quando le cifre erano talmente grandi da consigliare maggiore prudenza. Per costruire seminari, basiliche, e altre infrastrutture ad maiorem Dei gloriam . Ma anche per impiantare scuole private, come quelle di Monterey, maschili e femminili, tirate su grazie alla munificenza di un’altra famiglia di ricconi messicani, opportunamente avvicinata e corteggiata da Padre Maciel. Nel 1959 fonda il Regnum Christi, movimento internazionale ecclesiale di apostolato. Il suo motto è “Amare, Edificare, Servire“. Doveva essere un bel fissato con gli immobili, Padre Maciel. Anche se Dionisio Garza Medina, discendente di una famiglia di industriali che ha foraggiato i movimenti, preferiva definire i Legionari di Cristo “l’unica multinazionale messicana nel business della religione”. Non esente dai problemini con la giustizia, come dimostrano le molte denunce di violenze o tentativi di stupri e abusi sessuali perpetrati dagli insegnanti delle scuole ai danni a volte anche di bambini di pochi anni. I rischi del mestiere, verrebbe da dire.

SODANO E ROMA Padre Maciel conosce Angelo Sodano nel 1980 in Cile, perché ha bisogno della sua intercessione per convincere il cardinale Raul Silva Henriquez a concedergli il permesso di installare alcune basi nel paese sudamericano. La fama di “Milionari di Cristo” che precede i Legionari non li rende ben visti agli occhi degli altri cardinali, ma l’intervento di Sodano (all’epoca già apparso in tv come nunzio papale in appoggio a Pinochet) è decisivo. Maciel avrà il suo permesso. E la possibilità di sdebitarsi non tarderà ad arrivare. Prima, con le lezioni di inglese impartite a un Sodano in predicato di diventare segretario di Stato vaticano durante il pontificato di Giovanni Paolo II. E poi con la sua specialità: c’è un’università da tirare su, e servono fondi. Detto fatto, viene inaugurato nel 1993 il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, un’istituzione universitaria ecclesiastica, destinata al conferimento di titoli accademici ecclesiastici a laici e chierici, che sorge in una zona boscosa a ovest di Roma. Nell’occasione, Maciel assume come consulente edilizio l’ingegner Andrea Sodano, nipote del Cardinale. Non lavora bene, Andrea, i Legionari si lamentano e chiedono al loro padre fondatore se devono proprio pagarlo visto che non ha fatto niente. “Assolutamente sì“, risponde Maciel.



I LEGIONARI, UNA POTENZA – All’alba del 2000 i Legionari sono una potenza economica. Hanno 24 seminari in Europa, nelle Americhe e in Australia, col top a Roma nel modernissimo Ateneo pontificio Regina Apostolorum. Possiedono 9 università e 166 scuole e istituti superiori in numerosi paesi. Ai sacerdoti si aggiungono inoltre 870 Legionari laici, attivi in 5.266 comunità sparse nelle aree povere dell’America Latina. Più di 50 mila seguaci del movimento parellelo Regnum Christi. E 25 miliardi di euro di patrimonio, con un budget annuale di 650 milioni: tra i suoi sostenitori si può annoverare il miliardario messicano Carlos Slim, re delle telecomunicazioni, Steve McEveety, produttore del film di Mel Gibson “La Passione di Cristo”, l’ex governatore della Florida Jeb Bush, oltre al cantante lirico Placido Domingo. A Roma Maciel “coltiva” monsignor Stanislaw Dziwisz, allora segretario personale di Giovanni Paolo II, e il cardinal Eduardo Martinez Somalo, prefetto della congregazione per i religiosi.

TANGENTI DIVINE – E c’è chi dice che lo faccia con metodi spicci: bustarelle da 50mila euro. Ufficialmente, offerte di carità. Che però servono anche per altri scopi. Quando alcuni ex legionari che erano stati vittime di violenze sessuali sporgono denuncia canonica contro Maciel alla Congregazione per la Dottrina della fede, Sodano in qualità di Segretario di Stato fa pressioni su Ratzinger, in quanto prefetto della congregazione, perché fermi il procedimento. Ma Ratzinger, al termine di una lezione di teologia ai Legionari, preferisce rifiutare l’obolo che gli viene offerto. Eletto Papa, Ratzinger manda poi avanti l’istruttoria. Il nuovo prefetto del dicastero vaticano, il cardinale William Levada, “tenendo conto sia dell’età avanzata del Rev.do Maciel che della sua salute cagionevole“, decide, come si legge in una nota diffusa dalla sala stampa vaticana il 19 maggio 2006, “di rinunciare ad un processo canonico e di invitare il Padre ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico“. Per padre Maciel è la fine della vita pubblica. Un anno e mezzo dopo arriverà anche la fine di quella terrena, e i suoi discepoli Legionari diranno che “è salito in cielo“. Non si sa se al funerale siano stati presenti anche i tre figli che ha lasciato a terra.

WASHINGTON PARTY – Quattro mesi dopo la fine di Maciel, e a molte migliaia di chilometri di distanza, a Washington, si celebra la serata di gala annuale del Niaf (National Italian American Foundation): anche stavolta sono pronti i premi alla carriera per gli italoamericani che si sono distinti nel paese a stelle e strisce. “Vogliamo puntare sui giovani“, dice John Salamone, il direttore esecutivo della fondazione per spiegare il premio che sta conferendo a Raffaello Follieri. A 28 anni il foggiano sta celebrando forse la serata più bella della sua vita: viene premiato per i servizi umanitari e si fa fotografare con Bill Clinton, mentre al tavolo lo aspetta la sua fidanzata, Anne Hathaway, nuova star del cinema americano dopo la parte in “Il diavolo veste Prada”. E ancora: aereo privato a disposizione, ufficio a Park Avenue, reggia all’Olympic Tower. Raffaelo sembra avere un sacco di soldi. Come li ha fatti, dice lui, non è un mistero. “Ho avuto un’idea vincente – dichiara al Sole 24 Ore – quella di concentrarmi sulle attività immobiliari della Chiesa in difficoltà per i risarcimenti sulla pedofilia e ho trovato i finanziamenti“. Ehilà, che business particolare. E chi ha messo in contatto il foggiano con le diocesi inseguite dagli avvocati delle vittime degli abusi, tra cui c’era anche qualcuno passato tra le grinfie dei Legionari?

E’ LUI O NON E’ LUI? – Proprio lui: Andrea Sodano, l’ingegner nipote del Cardinal Sodano, ormai ex segretario di Stato vaticano per decisione di Ratzinger ma ancora potentissimo diplomatico attento agli affari della Chiesa in giro per il mondo. E perché, tra i tanti possibili acquirenti, i vescovi dovrebbero scegliere Follieri? Perché una parte dei proventi generati dagli affari con beni della Chiesa va in beneficenza. Follieri ha un rapporto stretto con la Clinton Global Initiative. L’organizzazione conferma l’impegno di quest’anno per i vaccini all’Honduras, ma non un programma di carte di credito per l’acquisto scontato di medicine destinato agli americani in difficoltà, vanto di Follieri, perché vale 100 milioni di dollari. “Poi ammette – scrive sempre il Sole – che il suo contributo diretto al programma è fra i 3 e i 5 milioni di dollari”.

UN PRESIDENTE PER AMICO – Ma Follieri deve molto a Clinton. È stato l’ex Presidente a presentarlo a Ron Burkle, investitore miliardario di Los Angeles, del fondo Yucaipa, che ha avuto fiducia nel suo “modello” immobiliare. Un’inchiesta sui suoi affari del Wall Street Journal, però, dice che vi sono stati solo pochissimi acquisti, spesso in zone scartate dagli speculatori, e rileva una presa di distanza della Conferenza Nazionale dei Vescovi americani da Follieri. “Per me– replica Follieri – questo è cattivo giornalismo. Ho cominciato con il patrimonio di famiglia, poi ho costituito la Follieri Yucaipa LLC, costituita in Delaware. Ho avuto da Yucaipa 100 milioni di dollari, 70 li abbiamo già investiti in 35 operazioni, e altri 200 sono impegnati per il futuro“. Per ciò che riguarda il patrimonio di famiglia, Follieri cita la lussemburghese Effe Holding, impegnata in attività immobiliari in tutta Europa e in trading minerario in Africa. A Foggia, però, ricordano l’avvocato Pasquale Follieri, il padre di Raffaello, più come capo dell’ufficio dell’Ansa locale che come imprenditore. “Diventò – dice Raffaello – anche l’avvocato di fiducia di banche importanti, come Intesa“. Quando il giornalista gli fa notare che Banca Intesa non ha memoria di relazioni con un avvocato Follieri, se non come parte avversa in un piccolo caso, Raffaello corregge il tiro: il padre aveva aiutato la filiale della Cariplo a Foggia.

DAGLI ALTARI AGLI ALTARINI – Il cardinal Sodano, Follieri lo conosce più che bene. Ha partecipato alla festa di lancio della società nel 2004, e il Follieri Group lo scriveva chiaro e tondo nei cartoncini di prensentazione della società, che avevano “rapporti di lunga data con le gerarchie della Chiesa cattolica”. E dalla partnership Follieri-Yucaipa arrivano fior di accrediti sul conto di Andrea Sodano, il nipote ingegnere, che è indicato in alcuni atti ufficiali anche come vicepresidente del gruppo. I documenti ottenuti dall’FBI dimostrano che Follieri ha emesso fatture con effetto retroattivo per Sodano, per giustificare un flusso bimestrale di pagamenti nel 2005 che Follieri aveva già ottenuto dagli investitori: 75mila dollari il 22 agosto, per “Servizi di Ingegneria”, il 12 settembre altri 15mila per lavori a Atlantic City, NJ, e 80mila ad Orland Park, nell’arcidiocesi di Chicago, 21 ottobre, per $ 70mila in Canyon City, altri 50mila per Orland Park, e 75mila per non meglio precisate “servizi di ingegneria,” fare una rete ordinata $ 225mila in quel solo giorno. Nessuna delle fatture aveva una minuta dello specifico lavoro svolto. Nella conference call settimanale con la società di Burkle, Follieri continuava a chiedere fondi per pagare Sodano, sottolineando che il Vaticano aveva bisogno delle sue relazioni di ingegneria, per concedere l’approvazione alla vendita delle proprietà della Chiesa. Yucaipa ha pagato 800mila dollari a tal fine, e Follieri forniva le fatture con effetto retroattivo al documento di presunti pagamenti effettuati ad Andrea Sodano, scrive il National Catholic Report.

LA LETTERA DEL CARDINALE – Eppure il cardinale con Follieri deve aver sentito puzza di bruciato. Perché qualche mese prima della caduta in disgrazia di padre Maciel invia una lettera di reclamo a Follieri. “E’ mio dovere di dirle quanto sono turbato nell’apprendere che la vostra azienda continua a presentarsi come legata al Vaticano, a causa del fatto che mio nipote, Andrea, ha concordato in qualche occasione di fornirvi servizi di consulenza professionale. Non so come questo doloroso malinteso abbia potuto verificarsi, ma è necessario chiarirlo ora per evitare confusione in futuro […]. Colgo l’occasione per inviarle i miei saluti“, scrive Sodano. Follieri continua a presentarsi ai finanziatori come Chief Financial Officier del Vaticano, e quattro mesi dopo vola in Sudamerica per una ricognizione d’affari su altri immobili della Santa Sede. Nell’occasione, “regala” due assegni da 25mila e 85mila dollari a due arcivescovi. Proprio come padre Maciel. Finché non succede quella cosa che prima o poi doveva succedere. Gli investitori cominciano a chiedere conto a Follieri delle spese, e puntano il dito proprio sulle consulenze. “Possiamo vederle?”, chiedono loro. “Certo”, risponde lui, “dov’è il problema?”. Il giorno dopo, passata una nottata in ufficio con la segretaria, l’immobiliarista presenta fascicoli di due, tre, quattro pagine scritte in italiano senza schemi, disegni tecnici, planimetrie. Nulla che sembrasse scritto da un ingegnere.

VITE PARALLELE – Sei mesi dopo la serata di Washington finisce la festa. L’avventura imprenditoriale americana giunge al termine con una citazione in tribunale da parte di Burkle, che accusa Follieri di essersi appropriato per fini personali di fondi che appartenevano a una joint venture formata dal Follieri Group e dalla Yucaipa, la finanziaria di Burkle. La somma utilizzata privatamente da Follieri è pari per Burkle a 1,3 milioni, su immobilizzazioni di 55 milioni di dollari. Follieri finisce nei guai proprio quando, a suo dire, sta per acquistare una rete televisiva cattolica e creare un fondo da 700 milioni di dollari “finanziato dal Vaticano”, sempre secondo lui. Follieri a fine ottobre si becca 4 anni e 8 mesi di prigione da scontare in una prigione federale. Per l’Fbi lo Studio Sodano non era d’accordo con Follieri nel truffare Burkle, anche se, come il Vaticano, di fatto ne ha beneficiato. Ad ogni modo, le “donazioni” di Follieri somigliavano tanto a quelle di Maciel, e anche al foggiano hanno aperto le porte della Santa Sede, come testimoniano le sue foto con il Papa e la visita privata ai Musei Vaticani che ottenne per sé e per i suoi soci due anni prima di finire in carcere. E il passepartout per Roma, nel suo caso, sembra proprio essere arrivato grazie al nipote del Cardinale.

IL NIPOTE – Ingegnere da 30 anni, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio, ex capitano del Palio, Andrea Sodano è una celebrità nella sua Asti. Sorprendente la somiglianza con lo zio cardinale: è facile immaginare l’impressione che poteva esercitare sui prelati fino a qualche tempo fa, come oggi. Il suo studio, stando al sito internet, conta otto collaboratori e fornisce servizi completi nel campo dell’ingegneria, dalla progettazione preliminare alla coordinazione per l’esecuzione dei lavori per un’infinita tipologia di costruzioni, dagli impianti per la produzione del vapore fino, guarda un po’, alle Chiese. “Riteniamo che lo studio Sodano abia incassato denaro fraudolento. Consideriamo queste persone come complici non incriminati“, dice l’agente Theodore Cacioppi dell’Fbi: “Dal Dipartimento di Stato ci fecero sapere che non avevano intenzione di parlare con noi. E dal punto di vista delle distribuzione delle risorse non valeva la pena cercare di arrivare a loro“. Andrea Sodano si trovava in Italia al momento dell’arresto di Follieri. I documenti del governo che lo accusano di aver ricevuto pagamenti affermano anche “che il Vaticano ricevette donazioni nella vicenda Follieri“. E il ruolo di Sodano senior, dissociatosi dal Follieri Group poco prima della tempesta, continua ad essere non chiaro.

DIMISSIONI! DIMISSIONI! – “C’è un cardinale la cui testa dovrebbe rotolare: Angelo Sodano. Le sue dimissioni sarebbero il miglior modo per ripudiare la sordida maniera con cui padre Marcial Maciel fu protetto per tanti anni a Roma“: scrive il corrispondente dall’Europa della rivista dei gesuiti Usa ‘America‘ Austen Ivereigh commentando l’inchiesta del National Catholic Reporter che ha puntato i riflettori sui legami tra il controverso fondatore dell’ordine dei Legionari di Cristo e l’ex Segretario di Stato vaticano. “Leggendo dei potenti legami di denaro e di famiglia tra i due uomini è adesso molto più facile capire che tipo di battaglia deve aver combattuto l’allora Cardinale Joseph Ratzinger per costringere Maciel a dimettersi nel 2004“, scrive Ivereigh. Sodano, il diplomatico, di dimissioni non vuole nemmeno sentire parlare. E’ vero, il nipote ha fatto affari con un tizio rivelatosi un truffatore. E lui ha protetto un uomo inviso a Benedetto XVI. Il quale oggi è però accusato di essere stato troppo tenero con i preti pedofili. E lo dice il Vangelo: chi è senza peccato scagli la prima pietra.

—–

Fonti on line

http://ncronline.org/news/accountability/money-paved-way-maciels-influence-vatican

http://ncronline.org/news/accountability/how-fr-maciel-built-his-empire

http://www.studiosodano.it/prestazioni/prestazioni.htm