Stessa spiaggia, stesso mare anche dopo l’emergenza coronavirus?

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Come funzioneranno le norme per gli stabilimenti balneari

Saranno stati, forse, questi tre giorni del week-end festivo passati in casa. Sarà stata la prospettiva di trascorrere in casa anche il week-end del 25 aprile e del primo maggio. Fatto sta che la domanda che ha iniziato a fare capolino sui balconi delle case degli italiani è stata: si potrà andare al mare vista questa emergenza coronavirus in quella che si annuncia come la torrida estate 2020 da trascorrere all’interno delle proprie abitazioni limitando al massimo gli spostamenti? Una prima risposta è stata data dalla sottosegretaria al ministero della Cultura, Lorenza Bonaccorsi.



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Si potrà andare al mare? La posizione della sottosegretaria Bonaccorsi

Quest’ultima, in un’intervista a Rai News 24, si è detta ottimista in merito alla possibilità di rendere agibili le spiagge italiane ai turisti nella prossima estate. Una prospettiva che funziona in linea teorica, ma che dal punto di vista pratico ha ben poco su cui poggiarsi, dal momento che gli esperti del comitato tecnico-scientifico non si sono spinti ancora in là per fare previsioni per la prossima estate. O meglio: ci sono alcune voci indipendenti. Si pensi a Pierluigi Lopalco, che sta coordinando la task force sanitaria nella regione Puglia. Quest’ultimo ha affermato: «Dovremo essere tutti molto cauti: le spiagge non potranno essere affollate, toccherà rinunciare alla movida». Una chiusura a metà, insomma.



La sottosegretaria Bonaccorsi, tuttavia, ha mostrato più ottimismo, quello tipico della politica che vuole dare risposte incoraggianti ai cittadini, anche in una fase di emergenza: «Ci stiamo lavorando – ha affermato- dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l’ipotesi di un distanziamento».

Tuttavia, l’ottimismo eccessivo non fa presa nei titolari degli stabilimenti balneari che non vorranno certo mettere a rischio le proprie strutture e il proprio personale. Occorrerebbe un coordinamento nazionale, valido per tutte le regioni (non come si sta facendo in queste ore con le riaperture a singhiozzo delle librerie), considerando soprattutto che in contesti estivi e balneari potrebbe essere complesso far rispettare il distanziamento sociale. La domanda «si potrà andare al mare», per ora non ha una risposta univoca. Le istituzioni ci stanno lavorando, ma la realtà deve ancora fornirci alcune indicazioni necessarie per capire quanto la prospettiva di spiagge sicure nell’estate 2020 possa essere concreta.