Il Centrodestra ha presentato la mozione di sfiducia contro Bonafede

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Non si fa riferimento alle dichiarazioni di Nino Di Matteo, ma al tema dei boss finiti ai domiciliari

Nonostante l’annuncio di un decreto per riportare in carcere tutti i boss finiti ai domiciliari nell’ultimo periodo -arrivato in Parlamento nella giornata di ieri – il centrodestra non fa sconti al Ministro di Grazia e Giustizia. Prima Matteo Salvini in conferenza stampa, poi Giorgia Meloni hanno annunciato la presentazione della mozione di sfiducia contro Bonafede. Il riferimento, come detto, riguarda il tema dei capimafia (e sodali) usciti dai vari penitenziari d’Italia perché, secondo le motivazioni, le loro condizioni di salute non erano compatibili con l’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Non si tratta, dunque, di una decisione dopo le dichiarazioni di Nino i Matteo e la sua mancata nomina al Dap.



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«Spero che anche all’interno della maggioranza di governo ci sia qualcuno che si stia ponendo le nostre stesse domande – ha detto Matteo Salvini in conferenza stampa -. Non si tratta di una questione di destra o di sinistra. Sono usciti di carcere dei delinquenti che dovrebbero stare in carcere a vita, senza una motivazione plausibile». La mozione di sfiducia contro Bonafede è stata presentata dal Centrodestra unito, con la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Anche Giorgia Meloni l’ha annunciata sui social.



Sfiducia contro Bonafede, la mozione presentata dal Centrodestra

«Un ministero così importante – ha proseguito il leader del Carroccio – deve garantire che i mafiosi vengano portati in galera e non fuori dalla galera. Non è mio compito ricordare le rivolte nelle carceri, con morti e feriti, la scarcerazione. Siamo arrivati a oltre 400, fra mafiosi, assassini, delinquenti usciti dalle carceri nell’inattività del ministero della giustizia».

Non c’entra il caso Di Matteo

«Non entriamo nel merito, da garantista, delle dichiarazioni del giudice Nino Di Matteo che hanno sollevato pesanti ombre preoccupanti sulle nomine da parte del ministro Bonafede – ha detto Matteo Salvini -. Su quello che è successo, sulle pressioni o sulle omissioni, non so se se abbia ragione il giudice di Matteo o se abbia ragione il ministro. Entrambi non possono aver ragione».

(foto di copertina: da Otto e Mezzo, La7)