Sergio Mattarella: sì alla Commissione banche, ma con dei paletti

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In una lettera ai presidenti delle Camere li invoca a «vigliare sui lavori» per evitare che la Commissione invada spazi dell'autorità giudiziaria e degli altri istituti bancari

Sergio Mattarella ha dato il via libera all’istituzione della Commissione Banche. Ha impiegato un mese per giungere ad una decisione, colpa di profonde perplessità. Dubbi che evidentemente non sono sciolti del tutto, a giudicare dalla lettera inviata a Fico e Casellati allegata alla promulgazione della legge che istituisce la commissione.



Sergio Mattarella dà l’ok alla Commissione banche, ma mette dei paletti

Il Quirinale ha a lungo ragionato sull’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ma alla fine ha dovuto dire di sì. Non un sì senza paletti però: Sergio Mattarella nella lettera inviata al Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e della Camera dei Deputati, Roberto Fico, stabilisce dei criteri e li sollecita alla sorveglianza dei lavori.

I paletti della commissione banche nella lettera di Sergio Mattarella

Mattarella ribadisce il diritto del Parlamento «di istituire commissioni di inchiesta ma non può tuttavia passare inosservato che, rispetto a tutte le banche e anche agli altri operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa “analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”». Quindi il capo dello Stato ricorda che l’attività della Commissione «non può sfociare in un controllo dell’attività creditizia» e sopratutto non può sovrapporsi  «all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea». «Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, – scrive il Presidente della Repubblica – sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati». Così come non dovrà trasformarsi in “un tribunale del popolo” e sostituirsi all’autorità giudiziaria. Scrive Mattarella: «II principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria. Come ha più volte chiarito la Corte Costituzionale, l’inchiesta parlamentare non è preclusa su fatti oggetto di indagine giudiziaria, ferma restando la diversità degli scopi perseguiti da ciascuna istituzione espressa con la formula del “parallelismo a fini diversi”. L’inchiesta non deve tuttavia influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità».



Sergio Mattarella: «Attenzione alle interferenze parlamentari, anche se involontarie»

Il Capo dello Stato invita anche a fare molta attenzione sulle interferenze parlamentari: «L’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare direttamente o indirettamente le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti, si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione».

(credits immagine di copertina: ANSA/ FRANCESCO AMMENDOLA)