Storia di quello che doveva essere il più grande deposito di rifiuti radioattivi d’America. Il Presidente Obama, coerentemente con le sue promesse elettorali, ha tagliato tutti i finanziamenti. Ma una soluzione ancora non l’ha data.
Negli Stati Uniti, fu deciso nel febbraio 2002 di concentrare le scorie radioattive in un unico deposito sotterraneo, sotto Yucca Mountain, nel Nevada meridionale, 160 km a nord-ovest
OBAMA PENSACI TU! – I critici del progetto, soprattutto i rappresentanti dello Stato del Nevada e gli ambientalisti, hanno sostenuto, fin da subito, che quando il deposito sarebbe stato ultimato, si sarebbero accumulate, al ritmo di circa 2.300 tonnellate all’anno, una quantità tale di scorie radioattive da richiedere la costruzione di un altro deposito. Altri, invece, sostenevano che, in base ad alcuni studi scientifici effettuati da commissioni non-governative, sarebbe stato impossibile impedire a lungo termine infiltrazioni di acque sotterranee nel deposito. Poi è arrivato Barack Obama, che si era opposto già in campagna elettorale allo stoccaggio di rifiuti nucleari a Yucca Mountain e ha respinto il progetto, dopo 20 anni di pianificazione e costi elevatissimi. “La nuova amministrazione sta iniziando un processo per cercare una soluzione migliore per la gestione dei nostri rifiuti nucleari“, aveva detto Stephanie Mueller, sua portavoce durante la campagna elettorale. Ma la decisione di Obama lascia comunque irrisolto un piano a lungo termine per la conservazione delle scorie nucleari.
LA SICUREZZA NON E’ MAI TROPPA – Ogni reattore nucleare produce delle scorie radioattive d’intensità variabile. Alcune sono molto deboli e vengono liberate nell’aria o nell’acqua, con effetti impercettibili che non sono praticamente misurabili sull’ambiente.
In caso di terremoti o di spostamenti geologici potrebbero quindi raggiungere le falde acquifere e di qui diramarsi a grande distanza. Infatti, come detto, queste scorie rimangono
IL CIMITERO DEGLI ZOMBIE NUCLEARI – Per liberarsi in futuro di queste scorie velenose, mettendole in luoghi sicuri, lontani dalla presenza umana, esistono vari progetti. Alcuni quasi fantascientifici, come quello che prevede di spedire le scorie in orbita solare con dei razzi, in modo che escano dalla gravità terrestre. Ma il rischio che qualcosa vada male durante il lancio è troppo grande. Un’altra idea, invece, consisterebbe nel trapanare il fondo degli oceani ed inserirvi degli speciali contenitori che sarebbero lentamente risucchiati verso il centro della Terra. Infine, il progetto più avanzato e forse più concreto è quello che prevede di seppellire queste scorie in antichi strati geologici particolarmente stabili, come i letti di sale di vecchia formazione a 1.000-1.500 metri di profondità. Si tratterebbe di mettere le scorie in contenitori di circa 30cm per 3m di lunghezza e farli scendere in fori praticati nello strato geologico di sale. Questo sistema permetterebbe di distanziarli gli uni dagli altri per consentire la dispersione del calore prodotto dalle scorie stesse. Infatti, a causa del lunghissimo periodo di decadimento, il periodo di calore più intenso dura per i primi due secoli ad una temperatura di circa 300 gradi. Nel giro di 50 anni il sale ricristallizzerebbe, rinchiudendo ermeticamente le scorie.
LE SCORIE SONO DURE A MORIRE – Vi sono sostanzialmente due tipi di scorie. Nei prodotti derivati dalla fissione, la tossicità scompare in un periodo di 6-8.000 anni. Invece il plutonio, che non genera molto calore, rimane in concentrazione pericolosa per periodi di alcune decine di migliaia di anni. E’ evidente che le scorie prodotte dalla combustione atomica per fornire energia alla nostra generazione verranno “date in dote” a quelle successive. Un problema non solo pratico ma anche etico e morale, come si vede. Il sistema di “sepoltura” prima descritto, ricorda quello degli antichi faraoni; anche allora si praticavano gallerie scavate nella terra che portavano alle tombe, dove poi venivano richiuse ermeticamente per custodire il loro segreto, come sappiamo per millenni. Questa volta, però, nei sarcofaghi nucleari si rischia di trovare maledizioni molto più velenose e pericolose di quelle del noto faraone Tutankhamon… Del resto, negli ultimi 50.000 anni vi sono state ben 5 ere glaciali che hanno modificato profondamente l’aspetto e la fisionomia della Terra. Nei prossimi 50.000 anni è probabile che accada altrettanto, senza parlare dei cambiamenti nell’organizzazione umana e sociale che potrebbero modificare profondamente l’immagine che noi oggi ci facciamo del futuro.
ED IO PAGO… – Il costo per la conservazione delle scorie nucleari è enorme, diciamolo