Il ministro dei Trasporti e delle Infrastruttue Danilo Toninelli ha fatto un bilancio al Fatto Quotidiano del suo operato. L’intervista, condotta da Luca De Carolis, ha ripercorso diversi argomenti, tra cui la polemica tra Salvini e Roberto Saviano.
Toninelli ha risposto all’accusa del giornalista napoletano che puntava il dito contro lui e Salvini per non avere permesso alle Ong di intervenire nel Mediterraneo provocando un aumento dei morti: “Temo che Saviano abbia smesso di studiare – questa la strana teoria del ministro – quei due naufragi son accaduti nelle acque della Libia, dove nessuno può intervenire, compresa l’Italia. Saviano dovrebbe tacere, questa è solo sopeculazione“.
Inoltre, Toninelli ha aggiunto che c’è un milione di persone pronto a partire dalla Libia “ed è un problema epocale, da affrontare“. Per affrontarlo il ministro non ha dubbi: “La prima cosa da fare è dotare la Libia di mezzi per rafforzare i controlli. E infatti il governo italiano ora fornirà 12 nuove motovedette, a cui se ne aggiungeranno altre 17. E questo renderà molto più difficile partire verso l’Italia“.
Allo stesso tempo, renderà molto più facile il blocco dei migranti in Libia che, come si evince dal Rapporto di Amnesty International 2018, non è minimanente paragonabile alle condizioni socio-economiche italiane:
Migranti, rifugiati e richiedenti asilo sono stati vittime di diffuse e sistematiche gravi violazioni dei diritti umani e abusi da parte delle guardie dei centri di detenzione ufficiali, della guardia costiera libica, dei trafficanti di esseri umani e dei gruppi armati. Alcuni sono stati detenuti dopo essere stati intercettati in mare dalla guardia costiera libica, mentre tentavano di attraversare il mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa. È stato calcolato che circa 20.000 persone erano trattenute in Libia presso le strutture di detenzione amministrate dal dipartimento per la lotta alla migrazione irregolare (Directorate for Combating Illegal Migration – Dcim), che faceva riferimento al ministero dell’Interno del Gna. Queste persone sono state trattenute in drammatiche condizioni di sovraffollamento, senza accesso a cure mediche e a un’adeguata alimentazione ed erano sistematicamente sottoposte a tortura e altri maltrattamenti, compresa la violenza sessuale, duri pestaggi ed estorsioni.