Le sanzioni UE dell’Italia potrebbero arrivare prima del previsto, entro il 2018

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Lo afferma uno studio del Peterson Institute, sulla base dell'interpretazione della lettera della Commissione all'Italia

L’Unione Europea potrebbe richiamare all’ordine i conti dell’Italia molto prima del previsto. Se il governo guidato da Lega e Movimento 5 Stelle aveva ampiamente previsto l’apertura di una procedura d’infrazione per quanto riguarda l’aumento del rapporto deficit/Pil al 2,4%, rispetto agli obiettivi fissati a inizio anno, quest’ultima era attesa per inizio 2019, una volta approvata la manovra di bilancio.



Sanzioni Ue, ecco l’interpretazione sulla procedura d’infrazione per l’Italia

Tuttavia, interpretando la lettera che la Commissione Europea ha inviato all’Italia nella giornata di ieri, chiedendo dei chiarimenti entro il 13 novembre su come il prodotto interno lordo del nostro Paese possa crescere al punto da giustificare le aspettative del ministro dell’Economia Giovanni Tria, si è aperta una finestra che potrebbe significare l’arrivo di sanzioni già nei prossimi giorni, entro la fine del 2018.

Le nuove norme relative al controllo sui bilanci degli Stati membri da parte della Commissione Europea, infatti, prevede una circostanza particolare per giustificare l’immediato intervento dell’organo di controllo e per la relativa apertura di un procedimento d’infrazione in concomitanza con le previsioni dell’organo dell’Unione Europea per il prossimo autunno.



Cosa dice il Peterson Institute a proposito delle sanzioni UE

L’interpretazione comune delle indicazioni della Commissione portava a pensare che queste procedure potessero arrivare a processo d’infrazione concluso, ovvero a inizio 2019. Invece, le sanzioni – nel caso in cui le previsioni di crescita si distacchino eccessivamente da quelle previste a inizio anno – possono essere emesse anche prima. L’interpretazione della lettera della Commissione Europea arriva direttamente dal Peterson Institute for International Economics, un think tank indipendente e privato che si concentra su questioni economiche internazionali e che ha sede a Washington.

Secondo questa interpretazione, l’imposizione di una sanzione immediata all’Italia sarebbe senza precedenti, ma è possibile secondo le regole del bilancio europeo. Se il nostro Paese dovesse insistere nel non voler modificare le sue previsioni sulla propria manovra economica, ecco allora che l’emissione immediata della sanzione potrebbe essere giustificata.