Il ministro dell’Interno che vuole una politica super securitaria non se la sente di condannare gli studenti che per protesta occupano gli istituti scolastici superiori. «Le occupazioni? L’importante è non fare danni», ha risposto ieri il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini nel corso di un forum a Skuola.net, dove è intervenuto per parlare, appunto, di formazione e istruzione. Il titolare del Viminale, sempre estremamente duro nei confronti di chi occupa edifici pubblici o viola la proprietà privata, ha espresso una posizione più tollerante rispetto agli studenti adolescenti.
«A 15 anni – sono state le parole di Salvini sulle occupazioni – l’hanno fatto tutti, me compreso, sui temi più vari ed eventuali. Non so quante autogestioni ho fatto, non so quanti scioperi, per Palestina, per l’Afghanistan… Era un’occasione per andare a Milano in via Torino a farsi due passi con gli amici. Alcune motivazioni sono serie, come attentati, guerre. Altre meno, sono solo un motivo per avere un venerdì libero. Ma tutti a quell’età hanno voglia di esprimersi, di gestire, di avere un momento di comunità. Basta che non facciano vandalismi, casini, non distruggano niente dentro: qualche giorno di occupazione o autogestione non ha mai ammazzato nessuno». Aiuta anche a maturare? «Sì dai. Poi cresci…», ha aggiunto ancora il ministro.
La realtà sembra però ben diversa, perché le occupazioni vengono comunque seguite e interrotte con tempestività. A Roma ad esempio, la scorsa settimana, lunedì 10 dicembre, c’è stata un’occupazione lampo per gli studenti del liceo scientifico Morgagni e del liceo classico Manara, a Monteverde Vecchio. Gli studenti, che entrati dentro le scuole di notte, intorno alle 7.30 hanno ricevuto un ultimatum: uscire dagli istituti o venire sgomberati. Al Manara i ragazzi sono usciti volontariamente, al Morgagni invece sono intervenute le forze dell’ordine, sia carabinieri che polizia, che hanno fatto irruzione prendendo le generalità di alcuni ragazzi e hanno poi ripulito la scuola dopo le poche ore d’occupazione. La protesta nella Capitale, come accaduto anche per altri istituti (Mamiani, Virgilio, Socrate, Albertelli, Righi, Tasso, Pasteur e Vittoria Colonna), era stata organizzata per protestare contro la politica del governo, per i tagli alla scuola e per la linea repressiva. Una linea repressiva che non emergerebbe affatto a sentire le parole del ministro Salvini.
(Foto di copertina da archivio Ansa)