Salvini chiede di utilizzare anche i «farmaci che costano poco» per curare il Covid

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Stavolta non cita l'idrossiclorochina, ma è quello il non detto

Nonostante le evidenze scientifiche che hanno negato l’efficacia di una presunta cura (l’idrossiclorochina) e di una terapia (quella al plasma iperimmune), Matteo Salvini continua a cavalcare una polemica nei confronti della casa farmaceutiche. Già nei giorni scorsi il leader della Lega era stato ripreso e corretto da Roberto Burioni, ma evidentemente la propaganda non riconosce il valore scientifico degli studi e si affida a proclami che non sono riusciti a trovare conferma – nonostante le sperimentazioni iniziate e interrotte per l’inconsistenza del rimedio farmaceutico e clinico – e va dritta sulla propria strada. E oggi, con quel dico-non dico classico di chi lancia l’amo senza conoscere a fondo la materia – Salvini e i farmaci che costano poco sono la nuova espressione del complotto.



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«Questa settimana e’ in programma il Consiglio di amministrazione dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco, ndr). Mi auguro che si apra all’utilizzo di tutti i farmaci utili a curare il Covid, anche quelli che ‘danno fastidio’ alle multinazionali perché costano poco». Neanche troppo tra le righe, dunque, Matteo Salvini sostiene che ci siano grandi interessi economici della grandi case farmaceutiche che non vogliono far utilizzare prodotti a basso costo per curare il Covid. Insomma, si preferisce dire che farmaci (la sua battaglia è sull’idrossiclorochina, già bocciata dopo diverse sperimentazioni e non utilizzata neanche per curare Donald Trump, anche lui grande sostenitore di questo prodotto) che costano poco non funzionano per fare profitto con dei medicinali che costano di più.



Salvini e i farmaci che costano poco per curare il Covid

Quindi, oggi, scopriamo che con la storia di Salvini e i farmaci che costano poco per curare il Covid il leader della Lega ha ottenuto anche una Laurea honoris causa in Medicina. Anzi, in virologia. Ovviamente l’Aifa si attiene alle sperimentazioni effettuate a livello mondiale e non alle dichiarazioni sparse sui social e senza evidenze scientifiche. Perché le cure nate sul web non hanno mai fatto bene. Anzi.