Salvini punta il dito sull’accordo Pd-M5S sul Copasir, ma anche la Lega ha avuto il suo ruolo

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Secondo il leader del Carroccio ci sarebbe stato il segnale di una prova d'intesa

Partiamo dalla dichiarazione di oggi di Matteo Salvini. Quello che ormai si considera il premier in pectore, la persona che guiderà la coalizione di centro-destra nei corridoi del Quirinale per avviare le consultazioni, sembra temere che il suo sogno vada in frantumi. Il suo peggiore incubo – lo si è capito – è che questo presunto flirt degli ultimi giorni tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico si concretizzi. E allora Salvini agita lo spauracchio, sparando a zero su una questione che – almeno secondo indiscrezioni di stampa – lo ha visto protagonista.



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Facciamo quindi un salto all’ultima settimana di febbraio: in quei giorni si è deciso sul rinnovo del mandato dei membri del Copasir, in scadenza ad aprile. Il governo di Paolo Gentiloni avrebbe voluto – in soldoni – prolungare l’incarico ai membri in carica per almeno altri due anni. Matteo Renzi, tuttavia, ha bloccato questa ipotesi, proponendo un rinnovo più breve (al massimo un anno) con la facoltà del governo di sostituire i vertici del Copasir in qualsiasi momento.

SALVINI COPASIR E IL TIMORE INFONDATO DI INCIUCIO

Per fare questa manovra, secondo quanto risulta ad alcune testate tra cui Huffington Post, Renzi avrebbe telefonato proprio a Matteo Salvini, chiedendo il via libera per questa operazione. D’accordo anche Forza Italia, l’unica forza a spaccarsi sulla decisione sarebbe stata proprio il Movimento 5 Stelle. Dunque, Salvini esagera quando afferma – come ha fatto oggi – che «un governo delegittimato ha messo mano a rinnovi di incarichi importanti e non urgenti come quelli dei Servizi».



Il leader della Lega lo ha definito una vergogna. «Mi insospettisce – ha proseguito – il silenzio dei 5stelle: non vorrei ci fosse un accordo Gentiloni-Di Maio dietro l’angolo a partire dalle poltrone per arrivare al governo». Alla fine, però, la sua lettura sembra essere decisamente sbagliata: insomma, Salvini vede inciuci da tutte le parti. E non è proprio un bel modo di avvicinarsi con serenità a una tornata di consultazioni che si annuncia particolarmente difficile.