Il rischio di una nuova guerra in Europa? È legato alla burocrazia dell’Ue, ad una «sovrastruttura antidemocratica come quella della Commissione». Sono parole e musica di Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, che ieri è intervenuto alla scuola di formazione politica della Lega a Milano. Il titolare del Viminale ha deciso di rispondere con affermazioni forti ad Angela Merkel, che poco prima, al Forum sulla Pace organizzato a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron, aveva lanciato un allarme contro l’«ottuso nazionalismo» ed evidenziato il pericolo di mettere di nuovo in discussione il progetto di pace europea.
«La mia preoccupazione è che le visioni di cieco nazionalismo possano di nuovo guadagnare terreno», aveva detto la Cancelliera tedesca. E aveva ricordato che i benefici della cooperazione internazionale. «L’equilibrio pacifico degli interessi, addirittura il progetto di pace europeo, la gente li chiama di nuovo in causa».
Una replica di Salvini non si è fatta attendere. Con una presa di posizione netta. «Il rischio che torni una guerra – ha detto il segretario della Lega – non è dovuto al populismo e al nazionalismo, ma a chi ha preso in ostaggio il sogno europeo. E l’ha sclerotizzato in una burocrazia rappresentata dalla Commissione Europea, che è la negazione dell’Europa». E ancora, ha aggiunto il vicepremier: «Ho sentito prima la Merkel. Quale è secondo lei il grande pericolo che corre il continente europeo? In questi anni uno dice l’immigrazione fuori controllo, la disoccupazione, la povertà, il terrorismo islamico. Invece no, sono il populismo e il nazionalismo. Così ti cadono le palle. Non siamo contro l’Europa, ma contro la sovrastruttura antidemocratica come quella della Commissione Europea».
(Foto di copertina da archivio Ansa: il ministro dell’Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini, alla festa della Lega a Latina, il 29 settembre 2018. Credit immagine: ANSA / STRINGER)