Secondo Salvini l’antisemitismo non è colpa dell’estrema destra, ma dei migranti islamici

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L'antisemitismo per Salvini sarebbe colpa dei migranti musulmani e da premier riconoscerebbe Gerusalemme capitale di Israele come Trump

Ridurre qualsiasi questione a un semplicistico slogan politico è uno degli sport preferiti di Matteo Salvini. Oggi a chi tocca? All’antisemitismo che, secondo il segretario della Lega, sarebbe «colpa dei migranti di fede musulmana». Nell’ambito di un’intervista rilasciata al quotidiano israeliano Israel Ha-Yom Salvini ha anche espresso la sua opinione su una delle questioni di geopolitica più complicate e controverse al mondo: il riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele. Per Matteo Salvini è un sì, proprio come per Donald Trump a suo tempo, ma a una sola condizione: dovrà prima diventare premier.



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Se l’antisemitismo si rafforza per Salvini la colpa è del fanatismo islamico

Badate bene: non l’estrema destra, Hitler e compagnia bella ma il fanatismo islamico. L’antisemitismo – e più precisamente il suo ritorno in Europa – per Matteo Salvini sarebbe la diretta conseguenza del «rafforzamento negli ultimi anni dell’estremismo e del fanatismo islamico». Questa affermazione è stata fatta in seguito a una domanda sul ritorno del fenomeno in Europa, questione di cui si discuterà a Gerusalemme in prossimità del 75/0 anniversario della liberazione di Auschwitz. Il ritorno dell’antisemitismo in Europa sarebbe colpa di «certi elementi nel mondo accademico e nei media» che «sono mobilitati contro Israele ed essi creano odio verso Israele per giustificare l’antisemitismo». Salvini ha continuato parlando di «massiccia presenza di immigrati provenienti da paesi musulmani che contribuisce alla diffusione dell’antisemitismo anche in Italia».



 

 



Lo status di Gerusalemme, la città contesa e nodale per la pace israelo-palestinese

Riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele interferisce nel complicatissimo processo di pace israelo-palestinese poiché la negoziazione dello status di questa città ne è uno dei punti focali. La complessa situazione del conflitto tra israeliani e palestinesi per il reciproco riconoscimento di sovranità e indipendenza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina ha dato vita a un conflitto che dura da quasi un secolo e i cui equilibri sono delicatissimi. La città è uno dei fulcri principali della contesa perché simbolo delle tre grandi religioni monoteiste e perché varia nella composizione della sua popolazione. Ricca di luoghi considerati patrimonio dell’umanità e importantissima a livello storico, l’appartenenza della città è fondamentale non solo per i due popoli che se la contendono ma per l’intera comunità internazionale.