La querelle M5S-Rousseau continua. Ieri sera il Movimento ha pubblicato un post su Facebook accusando la piattaforma di non aver consegnato – dopo la diffida di cinque giorni fa – i dati iscritti Rousseau ai periti informatici 5 Stelle. Il post Facebook definisce questa azione «oggettivamente grave e palesemente illegittimo». Dura la replica di Rousseau, che ha definito questa situazione «imbarazzante» e – almeno attualmente – sembra non ci sia possibilità di trovare un accordo efficace. La piattaforma ci ha anche tenuto a sottolineare che i 5 Stelle hanno pretese non comprendendo che quello che chiedono va fatto seguendo una serie di procedure ben precise e non in maniera superficiale.
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Non tarda ad arrivare il commento di Rousseau, che definisce «blitz» dei 5 Stelle quanto avvenuto ieri. Con relativo rimprovero: quei dato non possono essere trattati come se fossero «una risma di fogli o un pacco postale che un gruppo di persone può venire a ritirare dalla sera alla mattina con procedure superficiali e non costruite con tempi e professionalità sufficienti». Viene anche ribadita, da parte della piattaforma, la volontà di assecondare la richiesta, «ma solo nel perimetro del rispetto della legge, della democrazia interna e della tutela degli iscritti». L’atto dei 5 Stelle viene definito, in sostanza, una prepotenza giuridica e amministrativa che non può risolvere problemi ma solo crearli.
Secondo quanto trapela, già oggi il M5S sceglierà di procedere d’urgenza di fronte al tribunale per ottenere i dati immediatamente e mettere fino a ogni genere di rapporto con l’associazione del figlio del cofondatore del movimento. La scissione è irrimediabile a questo punto e i toni dei 5 Stelle sono palesi: «Non puoi usare i dati degli iscritti di un partito di cui hai la custodia per chiedergli di passare in un altro partito, è come se chi gestisce le tessere del Pd chiamasse a uno a uno i militanti proponendo il passaggio a Forza Italia».