Conte si svincola dal M5S, ma i pentastellati ribadiscono: «Se Rousseau dirà no, anche lui dovrà dire no»

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L'indicazione arriva dal presidente dei senatori del Movimento, Stefano Patuanelli, a Radio Capital

Non è dei nostri, ma se noi diciamo no anche lui dovrà rinunciare. Il paradosso pentastellato è stato servito nelle ultime 24 ore. Ad aprire la voragine è stato l’incaricato-bis (anzi, -ter) Giuseppe Conte che – intervenendo in diretta alla festa de Il Fatto Quotidiano – aveva ribadito di essere una personalità terza a qualsiasi forza politica, in particolare al Movimento 5 Stelle. A scavare ancora più a fondo, però, ci ha pensato il presidente dei senatori M5S, Stefano Patuanelli che questa mattina, ai microfoni di Radio Capital, ha ricordato al presidente del Consiglio uscente (e, forse, rientrante) che il suo destino dipenderà comunque dal voto sulla piattaforma Rousseau. Parole che sembrano essere un deciso promemoria.



«La piattaforma Rousseau un mezzo che un movimento politico ha deciso di dotarsi per prendere le proprie decisioni, pari ad una direzione di partito – ha spiegato Stefano Patuanelli a Radio Capital -. Se dovessero prevalere i no, il presidente del Consiglio dovrà sciogliere la riserva di conseguenza: in modo negativo. Non vedo alternativa». La realtà, però, dovrebbe essere un’altra: qualora sulla piattaforma pentastellata dovessero prevalere i no all’accordo con il Pd per un governo Conte-2, dovrebbe essere il Movimento 5 Stelle a sfilarsi dalla situazione, senza chiamare in causa l’incaricato dal presidente della Repubblica.

Conte, Rousseau e la “tessera di partito”

A meno che Giuseppe Conte, seppur non iscritto e non facente parte di alcun gruppo legato ai pentastellati (come da lui stesso dichiarato domenica pomeriggio durante la festa de Il Fatto Quotidiano), non sia in realtà legato al Movimento 5 Stelle. Insomma, il voto di Rousseau – per definizione e per prese di posizioni ben definite – dovrebbe essere un vincolo per il M5S e non per l’atteggiamento dell’incaricato per la formazione di questo nuovo Esecutivo di maggioranza parlamentare. E, invece, il festival delle contraddizioni continua a proseguire imperterrito.



(foto di copertina: ANSA / Filippo Attili)