«Te li facciamo ingoiare uno ad uno», le minacce al ministro Speranza dopo l’accordo sui vaccini

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Messaggi di odio sparsi in rete

L’annuncio dell’accordo per il vaccino sperimentato dall’università di Oxford ha scatenato alcune polemiche via social. Se da una parte c’è chi si è detto molto felice e sollevato perché forse si riuscirà a rivedere la luce della normalità entro il prossimo autunno, dall’altra ci sono persone che hanno sfogato tutto il loro odio contro questo accordo. E il ministro Roberto Speranza minacciato sui social dopo il suo annuncio.



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L’accordo è stato firmato insieme a Francia, Germania e Olanda per garantire una parte dei 400 milioni di vaccini sperimentati dall’Università di Oxford entro la stagione autunnale. Una notizia che ha provocato anche molte reazioni avverse. Alcuni, civilmente, chiedono maggiore chiarezza sulla veridicità dei test effettuati – il campione dei volontari sottoposti al trattamento, prima della messa in commercio, si amplierà nel corso dei prossimi mesi -, altri non usano mezze misure, come spesso capita sui social.



Roberto Speranza minacciato dopo l’accordo sul vaccino

Tra Twitter e Facebook troviamo moltissimi commenti con il ministro Roberto Speranza minacciato: si passa dai classici insulti – ‘fai schifo’, ‘pagliaccio’, ‘burattino’ – fino ai messaggi minatori: «Te li facciamo ingoiare uno a uno». Il tutto per aver annunciato l’accordo che porterà all’Europa – e quindi anche all’Italia – circa 400 milioni di vaccini anti-Covid testati dall’università di Oxford.



I test e le 400 milioni di dosi all’Europa

Secondo le stime, maturate e certificate nell’accordo annunciato sabato pomeriggio dal ministro Speranza – i test da parte dell’università di Oxford continueranno per tutta l’estate, nel tentativo di arrivare a un risultato finale – ed efficace – entro l’inizio dell’autunno per poi proseguire con la produzione (che coinvolgerà anche alcune aziende italiane). L’obiettivo è quello di avere le prime dosi del vaccino entro la fine dell’anno.

(foto di copertina: da pagina Facebook del Partito Democratico)