Chi lo conosce bene lo sapeva da tempo, ma aveva mantenuto il riserbo. Ora è Roberto Calderoli stesso a rivelare all’aula di Palazzo Madama la sua lotta contro il cancro da sei anni e mezzo. Lo fa in una giornata simbolo, quella dell’approvazione in Senato delle linee guida per fronteggiare le malattie oncologiche. La seduta è presieduta dal leghista, vicepresidente di Maria Elisabetta Alberti Casellati.
L’occasione è stata opportuna per ricordare ai suoi colleghi la lotta che sta portando avanti da tempo: «Il caso ha voluto – ha detto Calderoli al termine di una votazione che ha portato il Senato ad approvare le misure all’unanimità – che a presiedere sia una persona che il cancro ce l’ha avuto e da sei anni e mezzo sta combattendolo».
Immediato l’applauso dell’Aula che ha voluto così omaggiare uno dei suoi esponenti con più esperienza, una delle persone che meglio conosce i suoi regolamenti e le sue convenzioni. Per questo motivo, Calderoli non si è scomposto. Presiedendo la seduta ha anche commentato l’applauso affettuoso che è arrivato da tutto l’emiciclo, dalla maggioranza all’opposizione. «Vi ringrazio per un applauso non gradito, non lo auguro a nessuno – ha affermato -. Però, toccando ferro, si può anche guarire».
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