Il ‘rito del calice’ che ha portato nuovi contagi nel Salernitano

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Sale il numero di positivi al Covid-19 dopo la partecipazione, a inizio marzo, a una funzione religiosa nel Vallo del Diano

L’evento discusso – in un periodo in cui i normali comportamenti devono essere necessariamente rimodulati per evitare l’aumento del numero di contagi – è avvenuto durante la prima settimana di marzo. Si tratta del rito del calice dei fedeli: tutti, durante la fase della comunione, bevono dallo stesso calice il vino che rappresenta il sangue di Cristo. E proprio questo gesto avrebbe portato all’aumento di casi di positività al Covid-19 in provincia di Salerno. La funzione è avvenuta prima dei decreti del governo sulla sospensione delle messe (o della partecipazione a esse), ma il periodo di incubazione sta portando, purtroppo, i propri frutti in questi giorni.



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Tra Avellino e il Salernitano, infatti, è aumentato esponenzialmente il numero dei contagiati da Covid-19 negli ultimi giorni. Molte persone, infatti, hanno partecipato a quella liturgia eucaristica tipica del periodo quaresimale, il cosiddetto rito del calice. Tantissimi hanno bevuto dallo stesso calice nel corso della funzione religiosa, dando il via a una rapida catena di condivisione del Coronavirus. Il tutto è avvenuto nel Vallo del Diano.



Il rito del calice e i contagi nel Salernitano

Allo stato attuale, oggi lunedì 16 marzo, il numero di persone positive al Covid-19 nel Salernitano è suddiviso così: 11 a Sala Consilina, 3 a Caggiano, 1 a Polla, 1 a Atena Lucana. Sedici casi che sarebbero tutti riconducibili alla funzione religiosa con il rito del calice del Vallo del Diano. A questi si spera di non dover aggiungere altre 104 persone – tra l’Avellinese e il Salernitano – che hanno partecipato a quella funzione religiosa.

Lo sfogo di Vincenzo De Luca

«Ho dato mandato all’Asl di procedere alla denuncia penale di quanti hanno promosso o partecipato a questa iniziativa – ha detto il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca – per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all’ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio»



(foto di copertina: da Pixabay)