Siete sicuri al ristorante si possa pagare solo con metodi tradizionali come contanti, bancomat o carta di credito? Se sì, c’è bisogno che vi aggiorniate. Domani a Milano sarà inaugurato il primo locale d’Italia, un sushi bar, con la possibilità di saldare il conto attraverso i follower sui social network. Il ristorante aprirà precisamente in zona Porta Romana, in via Lazzaro Papi, ed è nato dall’idea di Matteo e Tommaso Pittarello, due fratelli padovani d’origine di 42 e 36 anni e milanesi d’adozione, che nel 2007 hanno dato vita alla catena ‘This not a sushi bar’.
La loro ultima iniziativa viene raccontata oggi dal quotidiano La Stampa (articolo di Chiara Baldi). I fratelli Pittarello parlano di locale «speciale» nel vasto panorama milanese. «Ci interessa dare ai nostri clienti – hanno spiegato – un motivo in più per venire qui a mangiare, oltre alla qualità che curiamo in modo maniacale: vogliamo che ‘giochino’ con noi, si sentano partecipi del nostro progetto e si diverano come ci divertiamo noi a lanciare idee che magari possono anche sembrare pazze».
Il meccanismo del pagamento attraverso i follower è piuttosto semplice: si tagga il piatto del ristorante sul proprio profilo social e il conto varia in base alla popolarità. Nel dettaglio: il cliente pubblica sulla propria bacheca un post con ciò che ha ordinato e poi tagga l’account ‘This is not a sushi bar’ che è su Instagram da marzo. Poi si ricevono uno o più piatti gratis in base al numero di follower: da mille a 5mila seguaci si ottiene un piatto gratuito, da 5mila a 10mila invece due piatti gratis, da 10mila a 50mila poi tre piatti e otto se i follower sono compresi tra quota 50mila e 100mila. Infine, se il cliente ha più di 100mila persone che lo seguono potrà ordinare tutto ciò che vuole senza spendere un euro. L’obiettivo – spiegano i ristoratori – è quello di guadagnare dal ‘gioco’ tanta pubblicità. In questo senso anche i piccoli influencer possono risultare preziosi. Quella dei piatti gratis in base ai follower, inoltre, non è una promozione momentanea ma permanente.
(Foto di copertina Dpa da archivio Ansa)