In Gran Bretagna hanno un serio problema con il riconoscimento facciale

Categorie: Social Network

Il principale regolatore della protezione dei dati del Regno Unito ha messo in guardia contro l'uso sconsiderato e inappropriato del riconoscimento facciale dal vivo (LFR)

Il riconoscimento facciale dal vivo in Gran Bretagna preoccupa – e non poco – il garante dei dati personali. In modo particolare, i riflettori dell’ICO sono puntati sul sistema di sorveglianza dei luoghi pubblici di tipo LFR. La commissaria Elizabeth Denham ha sottolineato che ci sono diverse indagini dell’ufficio del garante britannico che riguardano proprio questo sistema di videosorveglianza che, a differenza di altri in uso sul territorio del Regno Unito, sembrano presentare delle criticità decisamente più pronunciate.



LEGGI ANCHE > Garante Privacy boccia il riconoscimento facciale perché «sorveglianza indiscriminata»

Riconoscimento facciale dal vivo sotto accusa in UK

«A differenza della CCTV (i circuiti chiusi di videosorveglianza, ndr), LFR e i suoi algoritmi possono identificare automaticamente le persone e dedurre dettagli sensibili sulle stesse. Può essere utilizzato per profilarle istantaneamente, per pubblicare annunci personalizzati o abbinare l’immagine a taccheggiatori noti mentre si fa la spesa in un supermercato». Una invasione della privacy, dunque, che sembra essere inaccettabile.



Il Garante ha rilevato che nessuno dei dispositivi di tipo LFR aveva tutti gli elementi conformi alle normative sulla privacy in Gran Bretagna. Da qui l’invito a prendere attentamente in esame quanto sta accadendo, inserendosi all’interno di un dibattito che – in tutto il mondo – sta combattendo per evitare che gli strumenti di riconoscimento biometrico possano rappresentare una nuova tipologia di sorveglianza globale.

Nell’Unione Europea il problema si sta ponendo ai più alti vertici istituzionali, con una riflessione che è entrata nel parlamento europeo e che si sta allargando agli organismi degli stati membri. Il Regno Unito sembra seguire i principi comunitari (anche se, dopo Brexit, questi non hanno alcuna ripercussione oltre Manica) ma rischia di trovarsi scoperto – proprio in virtù della sua uscita dall’Unione Europea – dal punto di vista legislativo sul tema. Ecco perché l’intervento dell’ICO suona come un campanello d’allarme molto deciso.