Come i russi utilizzano le VPN per eludere il blocco di Internet

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L'utilizzo di questi strumenti si sta facendo sempre più frequente in Russia: le app di riferimento che offrono questi servizi di connessione sono tra le più scaricate dell'ultimo periodo

C’è un dato, clamoroso. Stiamo parlando, infatti, di un incremento delle richieste di VPN in Russia del +1092%. Cosa significa? Dal momento che attualmente – soprattutto dopo le sanzioni o i provvedimenti intrapresi dal garante delle comunicazioni, il Roskomnadzor – è praticamente impossibile collegarsi ad alcuni servizi come Facebook o Twitter ma anche fruire – questa volta a causa delle scelte delle aziende di riferimento – di servizi come Netflix o Amazon Prime, per non parlare delle notizie che arrivano da media occidentali e che riportano sicuramente un’altra versione dei fatti rispetto a quella che i media affiliati al Cremlino stanno dando rispetto al conflitto russo-ucraino, allora i cittadini russi stanno cercando di “geolocalizzarsi” al di fuori dei confini russi per potersi connettere normalmente a internet. Tutto ciò – come molti di voi sapranno – è possibile grazie ai servizi di VPN (reti virtuali private) che permettono all’utente (lo spieghiamo in maniera molto divulgativa) di collegarsi a internet da un Paese come se, invece, si trovassero in un altro stato del mondo.



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Incremento richieste di VPN in Russia per navigare senza il controllo del Cremlino

Questa infografica aggiornata a una settimana fa, ad esempio, ci faceva già intuire il volume del fenomeno:



I russi stanno ricorrendo in massa ai servizi di VPN, dal momento che – in questo modo – possono continuare a navigare come nella gran parte del resto del mondo, utilizzando tutti i servizi messi loro a disposizione (compresi i social network) e attingendo a informazioni verificate. Del resto, per fruire di un servizio di VPN non c’è bisogno di essere “hacker”: ci sono delle app che possono essere scaricate sui propri smartphone o sugli altri dispositivi che, dietro al pagamento di un abbonamento mensile, possono permetterti di navigare esattamente come se ti trovassi al di fuori dei confini del tuo stato di riferimento. Ci sono diverse tariffe: la media è quella di 12 euro al mese (ma ci sono anche offerte per testare gratuitamente, per un periodo di tempo limitato, i servizi di VPN, così come esistono anche tariffe più basse).

C’è da dire che il forte incremento di questo mercato è dettato anche dal fatto che, precedentemente alla guerra, i servizi di VPN venivano utilizzati soltanto da un pubblico molto verticale, specializzato e circoscritto. Per questo i download delle app di VPN erano nell’ordine delle decine di migliaia, mentre ora sono nell’ordine delle centinaia di migliaia, essendosi allargata la potenziale platea dei loro fruitori. Anche in Ucraina, visti i problemi che possono esserci alla locale rete internet, l’utilizzo delle VPN si è decisamente allargato (anche se con un incremento inferiore rispetto alla Russia).

Tuttavia, per i cittadini russi la questione è molto border line e l’utilizzo di VPN non può comunque lasciare tranquilli: se le app di VPN sono completamente legali, resta comunque illegale accedere a contenuti vietati (come possono essere quelli che sono stati bloccati dal Roskomnadzor). Dunque, per essere chiari: i russi possono scaricare le VPN ma possono utilizzarle per aggirare quella sorta di “embargo” che le aziende esterne alla Russia hanno imposto ai propri contenuti all’interno del territorio di Mosca. Così si resta nell’ambito della legalità. Consultare alcuni contenuti di Facebook o di Twitter – bloccati dall’autorità garante delle comunicazioni – invece potrebbe creare problemi. E le scene di repressione del dissenso del movimento pacifista in Russia possono dare la misura di quelle che potrebbero essere le conseguenze.