Il report 2022 di Reuters institute sull’informazione italiana

Categorie: Mass Media

La fiducia nelle notizie è diminuita ed è particolarmente bassa, con solo il 13% e il 15% degli utenti che pensa che i media italiani siano indipendenti rispettivamente da un'indebita influenza politica e imprenditoriale

Il Reuters Institute ha recentemente pubblicato una fotografia panoramica dello stato dell’informazione italiana. In modo particolare, Alessio Cornia dell’Università di Dublino ha firmato un rapporto che indica come, per la prima volta, l’informazione digitale in Italia abbia superato quella dei media tradizionali. L’utenza del pubblico, a quanto pare, si rivolge sempre più spesso a testate nate sul web che, grazie alla loro pervasiva presenza sui social network sin dal principio dell’utilizzo dei social come canale di informazione, si sono ritagliate una fetta importante dell’informazione. Anche i ricavi pubblicitari, a quanto pare, sono di conseguenza aumentati per quanto riguarda il settore del web, anche se – da questo punto di vista – i principali marketplace di pubblicità editoriale restano sempre Big Tech con Google e Facebook a farla da padroni.



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Informazione in Italia, il rapporto del Reuters Institute

Tuttavia, il rapporto del Reuters Institute evidenzia anche una sorta di contraddizione interna, che riguarda anche la fiducia stessa degli utenti nell’informazione italiana. Questi ultimi, infatti, si sono rivolti – negli ultimi tempi – sempre più a una testata come Fanpage, per le loro consultazioni di news settimanali. Il 21% del campione degli intervistati fa un utilizzo settimanale della testata, con il 9% del campione che consulta Fanpage per più di 3 volte a settimana. Con questa percentuale, Fanpage si colloca in testa alle fonti di informazioni più consultate in Italia, a pari merito con Tgcom24.



Tuttavia, se si considera anche la fiducia che gli utenti ripongono in queste fonti di informazione, notiamo che Fanpage e Mediaset news sono i due brand che hanno il tasso più alto di sfiducia da parte degli utenti (rispettivamente 29% e 28%), mentre il tasso di sfiducia più basso è riservato all’ANSA (9%). Insomma, ci troviamo di fronte a una sorta di paradosso: mentre l’informazione digitale viene sempre più spesso consumata e mentre una delle principali fonti di informazione digitale rappresenta quella più consultata dal pubblico, lo stesso pubblico ritiene che le fonti più consultate possano essere meno attendibili. Non proprio un buon viatico, soprattutto se si aggiunge che – complessivamente – solo il 13% e il 15% degli utenti che pensa che i media italiani siano indipendenti rispettivamente da un’indebita influenza politica e imprenditoriale.