Di Maio il visionario: «Il reddito di cittadinanza è come il primo computer nelle case degli italiani»

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Lo ha detto a Piazzapulita

Sarà così rivoluzionario per gli italiani che nemmeno quando il primo computer arrivò nelle case dei nostri concittadini ci fu questo effetto dirompente. Il reddito di cittadinanza, secondo Luigi Di Maio, sarà questa cosa qui. Al momento c’è sospetto e ci sono perplessità intorno alla misura studiata a tavolino dal Movimento 5 Stelle, ma poi si prenderà il largo verso un futuro radioso. Le parole sono del ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro a Piazzapulita, davanti a Corrado Formigli.



Secondo Di Maio, il reddito di cittadinanza è come il computer

Il giornalista ha provato a chiedere a Luigi Di Maio qualche informazione in più sul reddito di cittadinanza e sui requisiti che serviranno per ottenerlo. Il leader pentastellato, invece, è partito per la tangente, ricordando ai telespettatori la sua età e il mestiere della madre, professoressa di latino. Oltre a raccontare un aneddoto della sua infanzia.

«Ho 32 anni e faccio il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico – ha detto Di Maio -, due ministeri pronto soccorso per i problemi degli italiani. Ora capisco che sul funzionamento del reddito di cittadinanza ci siano delle perplessità. È come quando nelle case degli italiani è arrivato il primo computer. Mia madre mi diceva: ‘Non stare sempre davanti a quel coso’. E magari mi mandava davanti alla televisione».



La madre di Di Maio gli diceva: «Vai a studiare»

Su quest’ultima affermazione, poi, Di Maio ha fatto parzialmente marcia indietro, affermando che la mamma non gli diceva ‘vai alla tv’, ma ‘vai a studiare‘. Consiglio che, evidentemente, non è stato seguito da Di Maio, che non ha mai completato la carriera universitaria. Però resta il paragone tra la portata rivoluzionaria del reddito di cittadinanza e quello del computer nelle case.

Quest’ultima novità, introdotta nella seconda metà degli anni Novanta, è stata davvero una svolta per la vita quotidiana delle persone. Se oggi pensiamo che tutto è computer, che ogni cosa si fa soltanto attraverso l’interazione con la tecnologia, possiamo ben comprendere quanto il computer nelle nostre case abbia fatto la storia. Dubitiamo che una cosa del genere possa avvenire per il reddito di cittadinanza. Che, innanzitutto, avrà una portata molto più limitata della diffusione del pc. E, viste le premesse, sarà qualcosa di profondamente diverso da un provvedimento che rivoluzionerà il mercato del lavoro. Inoltre, sarà bene che la dipendenza che si è sviluppata nel corso del tempo verso il computer non si replichi allo stesso modo per il reddito di cittadinanza. Sarebbe un serpente che si morde la coda per i disoccupati.



FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI