Lo scorso 10 giugno Vladimir Putin è stato pizzicato mentre si trovava alla guida di una moto (in realtà era un Sidecar) senza indossare il casco. La scena non è passata inosservata dato che il tutto è stato immortalato anche da alcune fotografie che hanno fatto il giro della rete. Il presidente russo si trovava in Crimea, a Sebastopoli, per partecipare alla consueta ‘Marcia dei lupi’, mentre a Mosca si protestava per l’esclusione dei candidati dell’opposizione alle comunali. La gita senza casco, nonostante una doppia denuncia, non è costata una multa a Putin, con la Polizia che ha spiegato come le regole sul traffico non abbiano valore nel corso di una eventi in cui il resto della circolazione stradale è proibita.
Sta di fatto che la mancata multa a Putin – che è alle prese con altre sanzioni internazionali che, certamente, lo preoccupano di più – è diventato un vero e proprio caso politico. A denunciare il presidente della Russia per guida senza casco è stato l’avvocato Maxim Chikhunov che, alla notizia del mancato provvedimento civile nei confronti del numero uno russo, ha commentato sarcasticamente su Facebook: «Si scopre che si può guidare una moto senza casco».
La risposta allegata alla denuncia respinta da parte della Polizia della Crimea, infatti, spiega come il regolamento sulla circolazione urbana a bordo di autoveicolo o motoveicoli sia sospesa nel corso di «eventi cerimoniali, competizioni atletiche e sfilate militari». In sintesi, quando ci sono eventi, marce o cerimonie per cui è prevista la sospensione del traffico, non si possono applicare le stesse regole vigenti nel quotidiano.
Per questo motivo, infatti, Vladimir Putin è stato legittimato a non indossare un casco e a non esser sanzionato per quello che, nella vita quotidiana, viene considerato un evento meritevole di multa. Un regolamento giusto o sbagliato che, però, è stato rispettato a pieno. Nonostante le protese. E poi, occorre sottolineare, la Russia sembra avere ben altri problemi di democrazia rispetto a un casco in una marcia.
(foto di copertina: Alexei Druzhinin via ZUMA Wire)