Le proteste di Puerto Rico contro il governatore Ricardo Roselló

Categorie: Attualità

Lo scandalo Chatgate ha portato i cittadini ad accese proteste in strada

Le strade di San Juan, capitale dello Stato libero associato di Porto Rico, sono ancora piene di manifestanti che chiedono le dimissioni del governatore Ricardo Roselló, travolto dallo scandalo del ChatGate, la stessa settimana in cui due ufficiali venivano arrestati dalla FBI per un’inchiesta sulla corruzione finanziaria. Il 13 luglio il Center for Investigative Journalism ha rilasciato una documentazione di 900 pagine con i testi dei messaggi scambiati in chat tra il governatore e i suoi fedelissimi. Commenti derogatori, piani per screditare la stampa, insulti sessisti e omofobi, che i portoricani non sono disposti ad accettare.



Cos’è il Chat Gate che ha travolto il governatore di Puerto Rico

Il governatore Ricardo Roselló non può più contare sulla credibilità: i suoi commenti, affidati ad una chat privata con la cerchia dei suoi fedelissimi, hanno impresso un marchio ormai indelebile. Dai suoi messaggi non emergono solo strategie di propaganda e corruzione, ma anche sentimenti di omofobia, sessismo, e violenza. In una conversazione con Christian Sobrino Vega, al tempo ufficiale fiscale di Puerto Rico e rappresentante di Roselló per la gestione della crisi fiscale, che esprimeva frustrazione nei confronti del sindaco di San Juan dicendo che avrebbe voluto spararle, Roselló ha risposto «mi faresti un favore». E ancora, commenti sessisti e omofobi, uno tra l’altro indirizzato esplicitamente a Ricky Martin, definito dal governatore «un maschilista che va a letto con gli uomini perché le donne non sono all’altezza». Ad essere presi di mira anche i suoi avversari politici dell’opposizione e i candidati alla corsa per le elezioni 2020.

Le proteste di Puerto Rico contro il governatore Ricardo Roselló

Quando il gruppo di giornalismo investigativo dell’isola ha rilasciato il documento di 900 pagine con i messaggi inviati dal governatore,  i cittadini sono immediatamente scesi in strada chiedendo le sue dimissioni, la polizia ha reagito accerchiando la casa del governatore e respingendo i manifestanti con cariche e lanci di lacrimogeni. La folla però ha resistito, portando avanti le proteste per diversi giorni. Il governatore ha quindi risposto che ha commesso degli atti «inappropriati che rimpiango» ma non illegali e che per questo, pur chiarendo di «tenere in considerazione le opinioni espresse dai dimostranti», non ha nessuna intenzione di dimettersi dal suo ruolo. Due ufficiali si sono invece già dimessi.



Ricky Martin colpito direttamente: «Ho un peso sul cuore, dobbiamo ribellarci»

Diverse le dichiarazioni di supporto ai cittadini che stanno protestando da domenica 13 luglio. Il senatore Aníbal José Torres, che presiede il Partito Democratico Popolare, ha richiesto una indagine sostenendo che quelle chat contengono violazioni etiche e criminali, e il commissario Jenniffer González, presa di mira con commenti sessisti nella chat, ha aggiunto che le scuse del governatore non possono essere sufficienti. 

Ad esporsi sono stati anche diversi personaggi del mondo dello spettacolo. In primis, Ricky Martin insultato esplicitamente da Ricardo Roselló in alcuni suoi messaggi. «Dobbiamo essere uniti, siamo meravigliosi insieme e possiamo cambiare la storia… ho un peso sul cuore che non mi lascia respirare» ha detto il cantante sui suoi profili social, invitando Roselló a chiedere scusa e dimettersi come « atto di vera generosità per il suo popolo». «Proprio perché i tuoi commenti sono stati fatti in un momento di privacy dimostra che tipo di persona sei. È nella vita privata che si vede di che pasta sei fatto e sei ben lontano dall’essere una persona ammirevole» ha aggiunto in un video pubblicato su Instagram.



Anche il rapper Bad Bunny ha deciso di tornare sull’isola per partecipare alle proteste, abbandonando il tour europeo. Bad Bunny si trovava infatti ad Ibiza quando è scoppiato lo scandalo ChatGate. «Non fermatevi, dobbiamo riempire le strade » ha dichiarato il cantante a sostegno dei protestanti «Non possiamo fermarci, chiedo a tutti di uscire e partecipare alle proteste. Il sistema ci ha insegnato a tacere per anni, per decenni. Ha manipolato le nostre opinioni, la stampa e ci ha fatto credere che chiunque protestasse fosse un pazzo o un criminale».

 

(Credits immagine di copertina:   © Luis Alcala Del Olmo/El Nuevo Dias via ZUMA Press)