Se ne parla dappertutto e l’emulazione è dietro l’angolo. Così tornano a girare in rete anche dei video che sono stati girati in passato in diverse scuole d’Italia. È il caso di questo episodio che si è verificato qualche mese fa in un istituto tecnico di Velletri. Un ragazzino minorenne ha minacciato la sua professoressa, con un atteggiamento di sfida e con parole davvero gravi.
«Prof ti sciolgo nell’acido, te mando all’ospedale professore’», il tutto seguendo sempre lo stesso copione: ribellione nei confronti del docente, posizione strafottente e compagni disposti ad assecondare il bullo di turno filmando tutto con i loro telefonini. La rete fa il resto, con la diffusione capillare e virale. L’episodio – come detto – risale a qualche mese fa, ma i fatti di Lucca (dove un gruppo di ragazzini ha minacciato un professore, chiedendogli di cambiare il voto sul registro, di mettersi in ginocchio, arrivando persino a sfiorarlo con un casco e a colpirlo con un cestino dei rifiuti) devono aver innescato nuovamente la viralità della clip sui social network.
Il video, infatti, è facilmente reperibile su YouTube. Alla luce di quanto accaduto e constatata la nuova diffusione delle immagini, pur risalenti a qualche tempo fa, i carabinieri hanno avviato un’informativa in procura per ravvisare l’esistenza di possibili reati.
«Devi stare zitto, taci – l’insegnante cerca di rimproverare il ragazzo, di tenergli testa – te lo dico in anteprima: domani ne parliamo col preside». Ma il minorenne risponde infischiandosene dell’autorità del docente: «Chi sei tu per dirmi stai zitto? Io te mando all’ospedale». Il tutto tra bestemmie, offese e tentativi dell’insegnante di riportare all’ordine una classe ormai in preda alle risatine.
Il fatto può essere considerato scolasticamente concluso. Il preside dell’istituto Eugenio Dibbennardo si era meravigliato di come – a distanza di più di un anno – qualcuno abbia potuto rendere pubblico il video. L’alunno – secondo la versione dell’istituto raccolta dal quotidiano Il Messaggero – si sarebbe scusato con l’insegnante che, a sua volta, aveva provveduto ad una ammonizione grave orale e scritta che ha pesato sul rendimento. Anche i genitori dell’alunno sarebbero stati convocati a scuola, ma questi ultimi avrebbero minimizzato. La professoressa aveva anche detto che questi episodi non si combattono con le denunce, ma con gli strumenti didattici. A quanto pare, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il ragazzino ha portato avanti un percorso che gli ha fatto raggiungere «risultati più che dignitosi».