L’altro processo a Salvini, per Open Arms fissata l’udienza il 12 dicembre: cosa cambia rispetto al caso Gregoretti

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Il gup Lorenzo Jannelli ha fissato la data

Ora c’è una data anche per il processo Open Arms. Dopo l’autorizzazione a procedere rilasciata dal Senato nei confronti di Matteo Salvini, il gup Lorenzo Jannelli ha stabilito che il senatore leghista dovrà presentarsi in udienza a Palermo il prossimo 12 dicembre. Si tratta della seconda udienza preliminare in pochi mesi: a inizio ottobre, infatti, il leader del Carroccio era stato a Catania per il caso Gregoretti.



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Processo Open Arms, l’udienza per Salvini è fissata il 12 dicembre

Ci saranno, tuttavia, delle differenze rispetto al caso Gregoretti. L’udienza preliminare per la vicenda che ha riguardato la nave della Guardia Costiera, infatti, è stata rimandata a novembre per dare modo al giudice di Catania di sentire anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, gli altri ministri coinvolti nella decisione collegiale dell’esecutivo giallo-verde e l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che è stata tirata in ballo nella memoria difensiva del leghista, che affermava che anche con un cambio di esecutivo l’iter per lo sbarco è rimasto simile a quello da lui adottato.



Processo Open Arms, le differenze con Gregoretti

Questa volta, però, ci sono delle differenze rispetto al caso Gregoretti: innanzitutto si sta parlando di una nave di una ong, a differenza del precedente episodio che invece coinvolgeva una motovedetta della Guardia Costiera. E la ong in questione non ha intenzione di lasciarsi sfuggire l’occasione di presentarsi in aula come parte lesa: si costituirà parte civile, come annunciato dal suo portavoce, nell’udienza preliminare di Palermo.

Poi, anche la circostanza di specie è diversa: il blocco della Open Arms è stato messo in atto dal ministro dell’Interno per un periodo di tempo più lungo rispetto a quello per la Gregoretti, con la situazione dello sbarco che si è sbloccata soltanto in seguito all’intervento del procuratore di Agrigento Patronaggio, che aveva constatato le difficili condizioni igienico-sanitarie a bordo della nave dopo 21 giorni davanti all’isola di Lampedusa.