La Lega ha depositato alla Consulta il referendum per il Popolarellum

Categorie: Attualità

Il testo con la richiesta per superare la parte proporzionale della legge elettorale è stato presentato alla Corte Costituzionale da Calderoli

Dopo il via libera degli otto consigli regionali a trazione leghista (o, quantomeno, di Centrodestra) il Carroccio ha depositato alla Corte Costituzionale la richiesta di referendum sulla legge elettorale per abrogare la parte proporzionale del Rosatellum. A sostegno dell’iniziativa si sono espressi i rappresentanti di Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli, Piemonte, Abruzzo, Liguria e Basilicata. La versione proposta da Roberto Calderoli, vero protagonista di questa iniziativa, si chiama Popolarellum.



LEGGI ANCHE > La Lega, ora, può chiedere il referendum sulla legge elettorale

«Si tratta di un sistema anglosassone, ci ispiriamo al maggioritario puro inglese – ha detto Calderoli nella sua intervista al Corriere della Sera -. Chi vince va a governare. Si tornerebbe a bipolarismo o tripolarismo». Un ritorno alle origini con quello che il leghista (e promotore dell’iniziativa) ha deciso di chiamare Popolarellum perché «sarà il popolo a decidere». Ora, dopo aver consegnato la richiesta alla Corte costituzionale, bisognerà attenere il parere della Consulta, ma dalla Lega filtra ottimismo.



Il referendum per il Popolarellum

Niente più proporzionale, dunque. La Consulta si dovrebbe esprimere su questa richiesta entro il prossimo 10 febbraio, anche se qualcuno ha già palesato alcuni crismi di incostituzionalità per via della sua natura auto-applicativa. Calderoli, per, è sicuro di sé e replica: «Ci sono molti esempi che smentiscono questa tesi. Sia l’Italicum sia il Rosatellum prevedevano decreti legislativi per definire i collegi. Lo stesso avverrà per la riduzione del numero dei parlamentari».

Il richiamo di Calderoli ai forconi

Tra i contrari alla rimozione della parte proporzionale del Rosatellum – e quindi non d’accordo con il Popolarellum – c’è anche Forza Italia che vorrebbe mantenere lo status quo. Il centrodestra, però, potrebbe riunirsi e far fronte comune viste anche le alleanze a livello locale. Infine, ostentando la sua sicurezza, Calderoli avvisa l’Esecutivo giallorosso che vorrebbe o potrebbe boicottare questa iniziativa: «Se il governo si rifiutasse, tornerebbero i forconi per le strade. E questa volta non sarebbero solo per l’agricoltura».



(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)