Uno dei due magistrati arrestati ieri per corruzione e sentenze pilotate a Trani, il pm Antonio Savasta, aveva cercato di favorire un socio di Tiziano Renzi incontrando Luca Lotti quando era sottosegretario. È uno dei particolari che emerge dagli atti dell’indagine che proverebbe di punti di contatto tra la magistratura e i piani alti del governo per un presunto scambio di favori.
Savasta indagava sull’imprenditore Luigi Dagostino, ex socio del padre di Matteo Renzi, e proprio al genitore dell’allora premier il magistrato avrebbe chiesto di incontrare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Lotti per un appoggio. Il pm voleva lasciare la procura di Trani e aveva bisogno di una sponda a Roma. Come racconta oggi Repubblica (articolo di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci) a fare da tramite tra Savasta e Dagostino fu un amico avvocato, Ruggiero Sfrecola, che da ieri è interdetto. L’incontro a Palazzo Chigi con Lotti avvenne il 17 giugno 2015. Secondo i pm, Savasta cercava un intervento politico romano per il suo trasferimento a Roma e in cambio insabbiava le indagini sulle società di Dagostino, compresa la Nikila Invest, che in quel momento era partecipata anche da una società di Tiziano Renzi e sua moglie Laura Bovoli. Dell’appuntamento nel corso di interrogatori ha parlato anche lo stesso Dagostino, dando però una spiegazione diversa da quella dello scambio di favori: «Fissai un appuntamento con Lotti tramite Tiziano Renzi, dicendogli che volevo portargli un magistrato che aveva interesse a mostrare una proposta di legge».
(Foto di copertina da archivio Ansa: Luca Lotti in aula alla Camera durante l’esame del decreto legge Genova, il 31 ottobre 2018. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)