Pinocchio, Garrone e Benigni in coro: «Una storia d’amore e un regalo per tutti gli italiani» | VIDEO

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Abbiamo incontrato il regista Matteo Garrone, Roberto Benigni e il cast del nuovo attesissimo Pinocchio in arrivo nelle sale a Natale

Il 25 dicembre sotto l’albero gli italiani potranno trovare la nuova, ennesima, rappresentazione di Pinocchio. Il burattino più famoso e amato del mondo torna al cinema grazie alla visione di Matteo Garrone, considerato uno dei più grandi cineasti contemporanei per il nostro paese, che vede al suo fianco nel ruolo di Geppetto il premio Oscar Roberto Benigni. Proprio il comico toscano aveva già portato il burattino di Collodi nelle sale, con poca fortuna considerando che la trasposizione del 2002 è considerata il più grande flop nella carriera del regista e attore. Ora ha avuto un’occasione di rivalsa nei panni del mastro falegname più famoso della letteratura italiana e il risultato è stato commovente. I due hanno presentato, accompagnati dal ricchissimo cast composto dal giovane Federico Ielapi nei panni del burattino, da Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini come il Gatto e la Volpe e dal grande Gigi Proietti nelle vesti di Mangiafuoco.



Pinocchio di Garrone, la conferenza stampa di presentazione

Matteo Garrone – Pinocchio

Matteo Garrone ha desiderato fin da bambino portare sullo schermo Pinocchio e, con i grandi successi commerciali e di critica portati a Rai Cinema nel corso degli anni, finalmente ce l’ha fatta:

“Il pubblico dirà se ne è valsa la pena realizzare questo sogno. Siamo convinti di aver fatto del nostro meglio. Ho disegnato questa storia a sei anni e Pinocchio mi accompagna da allora. Come registra era difficile resistere alla tentazione, ho avuto la fortuna di avere dei compagni di viaggio straordinari. Tutti gli attori mi hanno aiutato a dar vita a questi personaggi. Mi hanno aiutato a fare un film con una sua leggerezza e ironia. Ho iniziato con ‘Il racconto dei racconti’ a esplorare un territorio magico, ma questo film ha una storia a sé per il legame che ho con il libro di Collodi. Sono felice e riconosco ogni fotogramma di questo film come un mio film. Ho cercato di fare un’opera popolare, che potesse arrivare a tutti come fa il capolavoro da cui è tratto. Questo è stato il grande sforzo che abbiamo fatto, volevamo far riscoprire questo grande classico tanto vivo nell’immaginario collettivo in ognuno di noi. Sono partito dalle origini di Pinocchio, dai disegni di Enrico Mazzanti che è stato il primo illustratore. Quei disegni li sono stati i punto di partenza. Ho messo nella fotografia e nel paesaggio la pittura dei Macchiaioli, ma anche tanto del Pinocchio di Comencini. Ci sono anche degli aspetti di Tim Burton che è un regista che ammiro tanto, anche se quelli verso di lui non erano omaggi premeditati. Volevamo sorprendere e incantare il pubblico, su questo aspetto devo ringraziare Massimo Ceccherini che oltre per la Volpe mi ha aiutato tantissimo anche nel rendere più comiche altre situazioni con il resto dei personaggi”.

Quando gli si chiede invece quale sia la chiave di lettura che ha voluto dare a Pinocchio il regista si concentra sul rapporto tra padre e figlio, reso in maniera splendida dai due interpreti:



“La chiave di lettura più spontanea è che siamo di fronte alla storia d’amore tra un padre a un figlio. I gesti e gli sforzi che fa per ritrovarlo sono un potentissimo atto d’amore, così come il bambino  che comprende la forza della redenzione e dell’amore per il padre. Se vogliamo andare più in profondità è anche una storia universale perché racconta il cedere di un bambino verso le tentazioni, credo tutti lo abbiamo provato qualche volta e tutti ci possiamo riconoscere in Pinocchio. È una storia ricca di immagini e personaggi tipicamente italiani e universali. Questo è un film italiano e sono orgoglioso di dirlo, fatto interamente in Italia”

Roberto Benigni scherza “Non ricordo chi ha fatto l’ultimo, ma questo è il Pinocchio più bello”

Roberto Benigni – Pinocchio

Roberto Benigni è uno che di Pinocchio se ne intende, ma stavolta probabilmente ha trovato la giusta chiave interpretativa mettendoci davvero tutto il cuore possibile per portare sullo schermo una versione molto intima di Geppetto:

“Non ricordo l’ultimo Pinocchio fatto in Italia e chi lo ha fatto, ma quello di Garrone è il più bello – ha scerzato il comico toscano – Pinocchio è la nostra storia, è come il sole ed è davanti a noi ogni giorno. All’interno ci sono tutti gli insegnamenti di vita che si possono immaginare. In questo film c’è la bellissima storia d’amore del padre per il figlio, se ci pensate Geppetto è il padre  più famoso del mondo al pari di San Giuseppe ed entrambi sono falegnami. Sono due padri adottivi di figli che risorgono, il racconto è quasi evangelico. Garrone, che considero uno dei più grandi registi di tutti i tempi, riesce davvero a rendere le sue immagini sullo schermo come un quadro  dei macchiaioli in questo film, racconta già con le sole immagini. Lui sa far emozionare, commuovere e divertire. Questo Pinocchio è un regalo per il mio cuore e per quello di tutti gli italiani. È per tutti, dai 4 agli 85 anni”.

Quando gli si chiede del rapporto con Garrone come regista e del messaggio di povertà che hanno voluto lanciare con Pinocchio l’attore va a ruota libera citando anche La Vita è Bella, suo grande capolavoro:



“Ho seguito tutte le sue indicazioni cercando di trasmettere l’amore immenso per il figlio. Io come forse saprete ho fatto il padre per La vita è bella (risate in sala), li dicevo per il bene di mio figlio una bugia mentre qui ho dovuto tirare fuori il cuore cercando di essere vero. La scena di notte è improvvisata e ci ho messo tanto di mio, sempre seguendo le indicazioni di Matteo. Abbiamo cercato di dare grande dignità a Geppetto. Povertà è la parola che si ripete di più nel libro di Pinocchio. Povertà, babbo e fame sono un mantra nella lettura del testo,  un po’ come “E.T telefono casa” nel film di Spielberg. Questa è la povertà che ti fa sembrare qualsiasi cosa accada nella vita straordinario. Le gag all’inizio in osteria sono degne di Chaplin. Questa meravigliosa povertà che si trasforma nella più grande ricchezza col miracolo di Pinocchio, che alla fine del suo percorso arriva a guadagnarsi la vita e si trasforma”.

Sul significato del testo di Collodi, Roberto Benigni arriva a paragonare Pinocchio al sole e al mare definendolo come un qualcosa di immenso e avvolgente per tutti noi:

“Pinocchio va oltre la classicità, è come dire perché ti piace il mare. Pinocchio avvolge l’anima oltre i significati della storia. Tu applaudi da solo e non sai perché, ci sono simbolismi e allegorie che non sai perché ci siano ma ci sono. Se le elencassi sarebbe noiosissimo, già dire che dire le bugie allunga il naso è diventato famoso in tutto il mondo. Anche che chi ti vuole arricchire da un momento all’altro inganna. Quelli sono gli insegnamenti diretti, poi ci sono un miliardo di emozioni che sono come frecce che ti trafiggono. Come lo ha fatto Garrone questo film ha un fascino incredibile, ognuno vive Pinocchio e lo ama. Ormai mi manca solo la fata turchina, ma anche la balena sarei”.

Federico Ielapi, un Pinocchio di legno grazie ad un trucco da Oscar

Federico Ielapi – Pinocchio

Il piccolo Pinocchio è interpretato dal giovanissimo Federico Ielapi, che si è dimostrato piuttosto intraprendente davanti ai microfoni:

“Sono state tantissime, mi hanno fatto rivivere il sogno di Pinocchio con cui sono cresciuto fino ad oggi. È molto bella la favola e lavorare con questi grandi attori e attrici è stato davvero incredibile. È indescrivibile, poi Geppetto è stato bravissimo. Lavorare con un premio Oscar come Roberto Benigni non è cosa da poco”  scherza, mentre sul trucco di oltre 3 ore al giorno a cui si è sottoposto con il premio Oscar Mark Coulier ha dichiarato “Non ho mai pensato di scappare via, anche perché dopo tutti i miei duri sforzi mi hanno pagato (risate ndr).  Anche Mark quando sono andato a Londra mi ha fatto vedere due Oscar buttati in una vetrina, ne ha così tanti che non sa che farci”.

Gigi Proietti – Pinocchio

Da applausi anche l’interpretazione del maestro Gigi Proietti, che si è detto onorato di aver prestato il volto al temibile Mangiafuoco:

“Ci eravamo incontrati una volta per caso con Matteo, poi un giorno mi ha chiamato chiedendomi di fare Mangiafuoco in Pinocchio. Era come una mazzata, poi lui mi porto una mia fotografia con questo look un po’ alla  Rasputin, un po’ russo. Io rimasi incantato da questa ipotesi e temevo che non lo avrei fatto. Sono davvero orgoglioso di dire che io c’ero in questo film. Roberto così strepitoso è meraviglioso non lo avevo mai visto. Io sto parlando da spettatore, il mio lavoro è stato adeguarmi al trucco. Mangiafuoco è un uomo solo che vive con burattini di legno e all’improvviso trova un burattino senza fili. Questo mi ha affascinato tanto e ci ho messo dentro quanto ho potuto”.

Pinocchio di Matteo Garrone vi aspetta al cinema con 01  Distribution dal 19 dicembre in oltre 600 sale.