Pierangela Tadini, RIP su Facebook a una donna che si chiama come una vittima dell’incidente ferroviario a Pioltello

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Un servizio ha preso la foto di una donna omonima di Pierangela Tadini

Pierangela Tadini di Caravaggio è una delle tre donne morte nell’incidente ferroviario di Pioltello. La donna era sul treno sviato ieri insieme alla figlia Lucrezia, di 18 anni, che è rimasta ferita ma è sopravvissuta all’incidente. La donna e sua figlia stavano andando l’una al lavoro, presso l’ospedale San Giuseppe di Milano dove era impiegata amministrativa, l’altra a scuola.



Pierangela Tadini, RIP su Facebook a una donna che si chiama come una vittima dell’incidente ferroviario a Pioltello

Per colpa di diversi programmi TV, tra cui anche la trasmissione Quinta Colonna, è stata però diffusa una foto di un’altra donna, anch’ella di nome Pierangela Tadini, che ha generato una situazione parodossale. La finta Pierangela Tadini ha ricevuto diversi RIP e messaggi di condoglianze sul suo profilo Facebook, benché non sia lei la donna morta nell’incidente di Pioltello. Su diverse foto del profilo Facebook di Pierangela Tadini compaiono commenti di condoglianze scritti da utenti faldamente informati dalla televisione. Un esempio classico di scarsa professionalità. Quando si sono diffusi i nomi  delle vittime e dei feriti in diverse redazioni hanno cercato su Facebook materiale fotografico relativo all’incidente ferroviario di Pioltello.



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Evidentemente, a Quinta Colonna così come in altre trasmissioni, come notato dal giornalista Massimo Mazza, conosciuto anche come Mazzetta, per ecccessiva fretta e scarsa attenzione non si è controllato in modo efficace l’effettiva identità di Pierangela Tadini. Confondendo incredibilmente anche chi afferma di averla conosciuta, come questo signore.  «Ti avevo conosciuta in una lontana estate, era il 1985, a Torre Pedrera in quella piccola pensione… una “semplice” amicizia estiva, un’empatia profonda… Non esisteva Internet, non c’erano le mail o i cellulari… ci sentivamo qualche volta al telefono, o per lettera…. Un giorno venni a trovarti a Caravaggio, la tua città.. mi facesti conoscere Bergamo…. ore bellissime… parlammo dei tuoi sogni, volevi fare la stilista…. ricordo le risate e le passeggiate insieme…. ricordi che sono sempre stati presenti in me… poi la vita ci risucchiò nel suo vortice… le telefonate si diradarono, così come le lettere…. ci si perse di vista… ogni tanto pensavo “chissà Pier (volevi ti chiamassi così) come sta, se ha realizzato i suoi sogni, se è sempre quella persona semplice, dolce e simpatica che ho conosciuto…. ” Poi, stasera, ascoltando il TG, ho sentito il tuo nome… non avrei mai voluto… per te tutto si è fermato in quel groviglio di lamiere…. eri tra le tre vittime del disastro ferroviario… sono sobbalzato sulla sedia ed ho cominciato a piangere… Hai portato con te anche un pezzettino di me… ciao Pier R.I.P».