La Libia ha sequestrato due pescherecci italiani

Categorie: Attualità

Le motovedette avrebbero iniziato a sparare per intimare lo stop alla navigazione

Due pescherecci italiani sono stati sequestrati da alcune motovedette libiche nella tarda serata di ieri. Si tratta dell’Afrodite Pesca e del Matteo Marrarino. Le due imbarcazioni, che fanno parte della marineria di Mazara del Vallo (in Sicilia), sarebbero state fermate mentre si trovavano a 29 miglia di distanza dalla costa libica di Derna. Prima dell’intervento della Guardia Costiera del Paese nordafricano, sarebbero stati anche esplosi alcuni colpi contro i due pescherecci.



LEGGI ANCHE > Omicidio della giornalista bulgara Viktoria Marinova, arrestato un 21enne in Germania

Al momento del sequestro – secondo le prime informazioni ottenute dalla Farnesina – a bordo dell’Afrodite Pesca ci sarebbero state 6 persone, mentre sulla Matteo Marrarino ne sarebbero state presenti 7.  I militari libici a bordo della motovedetta che ha portato a termine il sequestro, avrebbero fermato i due pescherecci sparando alcuni colpi di mitra che – fortunatamente – non avrebbero colpito nessuno degli uomini dell’equipaggio. Dopo gli spari, avrebbero intimato i due comandanti di seguire la motovedetta fino al porto Ras Al Hilal, a est di Derna.

Pescherecci italiani sequestrati in Libia, nessun ferito

Il primo a raccontare i dettagli del sequestro – ritenuto illegittimo – è Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo: «Il sequestro è avvenuto in acque che illegittimamente ed unilateralmente la Libia considera proprie. Non possiamo accettare comportamenti di violenza da parte di Paesi rivieraschi che minacciano di intaccare la vocazione della cultura dell’accoglienza e del rispetto della nostra città. Sono certo che le Autorità diplomatiche italiane interverranno con urgenza».



Pescherecci italiani sequestrati dalla Libia, il precedente del 2012

La Farnesina è al lavoro per capire cosa abbia spinto le autorità libiche a intervenire, ma il precedente con la Libia non è molto favorevole. Come racconta lo stesso Cristaldi: «L’episodio è vissuto con angoscia dalla popolazione sia perchè richiama il triste ricordo della detenzione subita dai nostri pescatori e gli anni passati nelle carceri libiche, sia perché i nostri natanti illecitamente sequestrati dalla Libia non hanno fatto più ritorno a Mazara e sono stati lasciati in abbandono come nel caso del motopesca Damiela L. sequestrato sei anni fa».

(foto di copertina:  CESARE ABBATE/ DBA)