Marcello Bruzzese, l’uomo protetto dallo Stato e morto sotto una pioggia di proiettili

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Fratello di un pentito di 'ndrangheta, è stato ucciso la sera di Natale a Pesaro

Ci sono alcune cose che non tornano sulla morte di Marcello Bruzzese, 51enne calabrese crivellato di colpi la sera di Natale a Pesaro. L’uomo, colpito da diversi colpi di una pistola calibro 9 mentre parcheggiava in garage sotto casa in via Bovio 28 nel centro città del comune marchigiano, era fratello di un pentito di ‘ndrangheta e con la sua famiglia faceva parte del programma di protezione speciale attivato dal ministero dell’Interno.



Il 51enne, originario di Rizziconi (in provincia di Reggio Calabria), era stato trasferito a Pesaro tre anni fa insieme alla sua famiglia. Il luogo era top secret, ma non la sua identità, dato che il suo cognome non era stato modificato. Per i familiari dei pentiti, infatti, è previsto il trasferimento in un posto segreto, per consentire loro di crearsi una nuova vita senza il timore di essere ritrovati e raggiunti dagli affiliati ai clan mafiosi. Ma qualcosa, questa volta, deve essere andato storto e il suo cognome è stato – evidentemente – facilmente rintracciabile dai suoi sicari.

Pesaro, l’uccisione del fratello di un pentito della ‘ndrangheta

A essere a conoscenza della sua nuova residenza, infatti, sarebbero dovuti essere solamente i responsabili della sua sicurezza e affidatari del programma di protezione speciale. E, invece, nella sera di Natale, l’uomo è stato raggiunto in pieno centro a Pesaro e freddato con una pioggia di proiettili mentre parcheggiava la propria automobile nel garage della sua abitazione, pagata dal ministero dell’Interno. Marcello Bruzzese era già scampato una volta alla morte. Era il luglio del 1995 quando, in provincia di Reggio Calabria, rimase gravemente ferito allo stomaco in un agguato che costò la vita al padre Domenico, braccio destro di Teodoro Crea, il potentissimo boss di Rizziconi, e al marito di una sorella, Antonio Maddaferri.



Un programma di protezione soft

Nel frattempo, prosegue la caccia ai due killer incappucciati che hanno ucciso Marcello Bruzzese. Il 51enne era fratello di Girolamo Biagio, ‘ndranghetista diventato nel 2003 collaboratore di giustizia dopo aver tentato di uccidere il capocosca: le sue testimonianze hanno permesso ai magistrati di conoscere i legami tra la cosca Crea e alcuni politici locali.