Lo scandalo Pegasus si abbatte su Macron

Categorie: Cyber security

Anche il presidente francese risulterebbe tra le persone intercettate con lo spyware di NSO Group

C’è un telefono che squilla all’Eliseo. Dall’altro capo della cornetta c’è il presidente francese Emmanuel Macron. Da qualche parte nel mondo, con tanto di cuffie e auricolari vari, c’è qualcuno che ascolta per filo e per segno le sue conversazioni. È l’ultima rivelazione del network non profit di giornalisti Forbidden Stories (che mette insieme prestigiose firme di diverse testate internazionali): Pegasus su Macron, lo spyware più potente mai creato da un’azienda privata era servito anche a intercettare le conversazioni personali del numero uno della repubblica francese.



LEGGI ANCHE > Come funziona Pegasus, lo spyware che può cambiare il rapporto tra giornalismo e potere

Pegasus su Macron e altri tra attuali ed ex capi di stato e di governo

La questione evidenziata da Forbidden Stories e dalle analisi di Amnesty International sta diventando molto più complicata rispetto alle premesse iniziali. Nei giorni scorsi, la vicenda sembrava una questione limitata all’esercizio della libertà di stampa e di espressione, visto che tra le vittime delle intercettazioni comparivano giornalisti e attivisti, per la maggior parte. Ma adesso lo spettro si allarga e copre anche scenari istituzionali. Emmanuel Macron, presidente francese che adesso deve fronteggiare l’ennesima grana del suo mandato, non sarebbe l’unico tra attuali ed ex capi di stato e di governo intercettati dallo spyware realizzato da NSO Group, una società israeliana.



La lista è lunga. C’è l’ex premier belga Charles Michel (attuale numero uno del Consiglio europeo), ma ci sono anche una serie di politici e sovrani di diversi Paesi del mondo, soprattutto di stati africani e asiatici: il presidente dell’Iraq Barham Salih, il presidente del Sud Africa Cyril Ramaphosa, il primo ministro del Pakistan Imran Khan, quello dell’Egitto Mostafa Madbouly e quello del Marocco Saad-Eddine El Othmani, gli ex primi ministri del Libano Saad Hariri e dell’Uganda Ruhakana Rugunda, il re del Marocco Mohammed VI. Non manca una intercettazione di peso anche al di là dell’Atlantico: nelle cuffie si sentiva anche la voce dell’ex presidente del Messico Felipe Calderon e del diplomatico statunitense Robert Malley.

La Francia, al momento, ha annunciato un’inchiesta sulla vicenda, partendo anche da considerazioni indipendenti per verificare e rafforzare le rivelazioni dei reporter. Sicuramente, lo scandalo Pegasus su Macron non aiuterà la reputazione del Paese e dell’intera Unione Europea nell’ambito della sicurezza informatica.